Termini Imerese senza Fiat, senza lavoro e senza Sportelli Multifunzionali

Quale futuro per i lavoratori impegnati negli sportelli multifunzionali della Sicilia? Sono oltre 1.800 gli operatori che completeranno il triennio di attività il prossimo 30 settembre. E dopo? Non si sa!

Il Governo regionale non ha ancora chiarito cosa intende fare. Non c’è più tempo per riorganizzare la politica attiva nel mercato del lavoro ed è fondato il rischio di un massiccio processo di mobilità che interesserebbe l’intera platea di lavoratori. Non c’è tempo da perdere. I servizi formativi sono stati erogati negli ultimi anni nella nostra Regione attraverso l’Avviso n.1 relativo agli Sportelli multifunzionali e l’Avviso 2 riguardante “azioni di orientamento al lavoro rivolte ai giovani al termine del percorso scolastico”, entrambi pubblicati il 9 febbraio 2010.

Sono oltre 274 milioni di euro le risorse impegnate in attuazione del Piano operativo Fondo sociale europeo (Fse) Sicilia 2007/2013 per i primi due anni di attività e circa 130 milioni per l’avviso 2 nello stesso periodo. E adesso? Divampa intanto il dibattito sul futuro delle politiche passive e attive del lavoro.

Ne abbiamo parlato con il direttore dell’Istituto Mediterraneo Ricerca e Comunicazione (Isme Rc), Salvatore Arrigo (nella foto a sinistra), convinti – come siamo – che la discussione sul rinnovo del finanziamento delle attività degli sportelli multifunzionali, di cui all’avviso pubblico n.2, presupponga la necessità di dare risposta a diversi interrogativi.

Direttore Arrigo, secondo Lei, è ancora forte il bisogno di orientamento del target di riferimento dell’avviso 2? Cioè degli studenti siciliani, dei disoccupati, dei soggetti svantaggiati e delle stesse aziende in crisi?

“L’orientamento non è una invenzione siciliana. I servizi di orientamento finanziati con gli avvisi 1 e 2 dalla Regione siciliana si sono istituiti in quanto previsti dalla legislazione comunitaria e dalla normativa nazionale. In quanto tali non possono essere soppressi. Il decreto Assessoriale n. 2286 del 30 novembre 2004, emanato nel rispetto del decreto ministeriale n.166 del 25 maggio 2001, detta disposizioni per la istituzioni degli sportelli scuola/lavoro e prevede un modello idealtipico cui questi devono conformarsi nello svolgimento della attività. Gli sportelli, inoltre, sono espressione diretta delle politiche attive del lavoro, previste dalla Regione per affrontare il fenomeno della disoccupazione e innescare meccanismi di sviluppo, centrati non sul solo prodotto, ma anche sulle persone”.

 – Gli sportelli sono stati istituiti nel 2006 con un primo bando pubblico. Quali valutazioni si possono fare su questi 6 anni di esperienza?

“Un lasso di tempo di sei anni, una volta, veniva considerato un intervallo troppo breve, di per sé, per consentire la verifica di sostanziali mutamenti frattanto intervenuti. Oggi che il cambiamento è divenuto la caratteristica fondamentale dei nostri tempi, possiamo dire che in sei anni i presupposti e gli obiettivi di un provvedimento mutano radicalmente. Questo è avvenuto anche per gli sportelli. Sei anni fa, ad esempio, la disoccupazione era alta, ma il fenomeno della Cassa integrazione non era cosi devastante. Nella sola zona di Termini Imerese, per fare un altro esempio, i cassintegrati rischiano di diventare molti di più dei disoccupati. Peraltro, il fenomeno della Cassa integrazione, oggi, si configura in termini molto diversi dalla transitorietà che lo contraddistingueva. Una volta non era necessario sostenere i cassaintegrati oltre il breve periodo, perché si rientrava nella produzione. Oltretutto l’indennità oscillava attorno al 80 per cento del salario, contro l’attuale 50 per cento. Oggi il fenomeno, invece, si è cronicizzato e l’esigenza di riorientare i lavoratori che utilizzano questo ammortizzatore sociale si impone con la massima urgenza”.

E per gli studenti?

“Per ciò che riguarda le iniziative di orientamento rivolte agli studenti degli istituti superiori, le misure inizialmente adottate si rivolgevano esclusivamente agli studenti delle terze e quarte classi. Scelta dettata da un alto livello di dispersione scolastica che si intendeva contrastare con efficaci strumenti quali l’orientamento. I dati rilevati negli ultimi mesi hanno mostrato, invece, come la dispersione scolastica sia persistente in modo molto preoccupante in tutte le classi delle scuole superiori. Un accordo del 2012 tra l’Agenzia per l’impiego e le associazioni sindacali ha preso opportunamente atto di questa preoccupante situazione – un vero e proprio allarme sociale – ed esteso la erogazione dei servizi di orientamento agli studenti di tutte le classi delle scuole superiori”.

– Ma gli sportelli come potrebbero sostenere concretamente le aspettative di reinserimento dei lavoratori cassaintegrati?

“Gli sportelli, per come sono concepiti, oggi possono fare ben poco per questa categoria di utenti. Occorre riorganizzare il servizio; serve, cioè, una impostazione innovativa. Le funzioni esplicate dagli Sportelli Scuola, oggi, si presentano abbastanza scoordinate e non fanno sistema con le altre istituzioni che si occupano di politiche attive del lavoro. Peraltro, temo che, anche se si volesse imboccare una diversa strada volta a creare gli strumenti di orientamento più avanzati e sostitutivi della logica degli sportelli, senza determinare un mutamento effettivo di altri aspetti che riguardano nel complesso le politiche del lavoro, non arriveremmo ugualmente ad avere buoni risultati”.

Che fare, allora?

“L’efficacia e l’efficienza devono riguardare non solo la strategia intorno agli sportelli, ma tutte le misure delle politiche del lavoro. Va evitata la logica dell’involuzione: puntare su un modello operativo obsoleto significherebbe arrovellarsi all’interno di una impostazione puramente ricognitiva ed assistenzialista quando, invece, gli interventi sulle risorse umane dovrebbero essere caratterizzati come indifferibili misure di promozione e sviluppo”.

Posiamo fare un esempio?

“Tutte le misure previste dalla legge 185 del 21 aprile 2000 sul credito all’auto imprenditoria e all’auto impiego (microimpresa, franchising e prestito d’onore) ad oggi riguardano solo i disoccupati e non sono estendibili ai cassaintegrati. I prestiti concedibili prevedono la restituzione del 50 per cento dell’importo ammesso a finanziamento. Fatto che normalmente scoraggia moltissimo i potenziali imprenditori, anche perché è veramente bassa la spesa massima di 5 mila euro consentita per la copertura delle spese di gestione su base annua. Deve necessariamente essere così? No, altrove non è proprio così! In Puglia, ad esempio, non è stato affatto così. Nel 2012 sono state finanziate, attraverso il Bando “Principi Attivi”, circa 2000 iniziative di microimpresa, determinando un impatto sull’occupazione che in un anno ha prodotto molto più di quanto non si sia prodotto, negli ultimi 5 anni, in Sicilia. Infatti, i giovani imprenditori pugliesi che utilizzano questi finanziamenti non debbono restituire niente. Il target è costituito da disoccupati, cassaintegrati, soggetti disabili con particolare attenzione all’occupazione femminile e giovanile. Ogni iniziativa può essere finanziata per un importa massimo di 400 mila euro, di cui 150 per investimenti in conto capitale e 250 per la gestione triennale”.

– Ma lo sportello dell’Isme Rc di Termini Imerese ha potuto muoversi in questo senso?

“Lo sportello dell’ISME Ricerca e Comunicazione di Termini Imerese ha sei mesi di vita. È subentrato ad un altro sportello di un Ente di Bagheria, poi de finanziato. La graduatoria di merito dell’Avviso 2/2010 aveva determinato la strana situazione di assicurare al territorio di Bagheria ben 4 sportelli. Mentre nessun sportello era stato finanziato a Termini Imerese. Un errore, in sede di programmazione, inspiegabile. Era evidente l’urgenza di assicurare, ad un comprensorio caratterizzato da insediamenti industriali, particolari servizi di orientamento da dedicare sopratutto ai lavoratori della Fiat e dell’indotto, colpiti dalla crisi mondiale, sfociata poi nella disoccupazione. Gli operatori dello sportello, come è noto, hanno il compito di raggiungere annualmente un numero di 900 utenti cui assicurare i servizi. Lo sportello avrebbe potuto fare la scelta di comodo di assicurare questi servizi solo alla popolazione studentesca. Ma non credo sarebbe stato giusto, di fronte alle obiettive necessità che vengono poste sia dalla vicenda FIAT, dal suo indotto, che dalla zona Industriale”.

– Definiamo un po’ meglio il lavoro svolto a Termini Imerese.

“A Termini Imerese abbiamo avviato una fase di sperimentazione che comporta il funzionamento dello Sportello attraverso l’utilizzo di una specifica modalità operativa, in una visione innovativa centrata sui temi dello sviluppo e della programmazione locale. Non si sa ancora se la zona industriale potrà sopravvivere ai colpi della crisi attuale. Di certo, però, è tramontata l’idea di un rilancio dell’area industriale basato sul trasferimento di quote di produzione, oramai inesistenti, dal Nord al Sud del Paese. Per salvare 3, 4 mila posti di lavoro occorre puntare su un modello auto propulsivo ed innovativo centrato sulla microimpresa. Disponiamo localmente delle risorse per sostenerlo. Dobbiamo solo affiancare i supporti necessari. Esiste un enorme patrimonio di professionalità che può essere riutilizzato. Uno dei primi compiti dello sportello di Termini – su cui è necessario lavorare – è quello di fare una ricognizione di queste professionalità e utilizzarle come un importante volano di sviluppo. Ci sono lavoratori che possono essere utilizzati nel settore del fotovoltaico, delle caldaie, in quello elettrico, in quello della manutenzione e della carpenteria. Tutti bravi professionisti che potrebbero trovare conveniente avviare una propria impresa”.

– Occorre una collaborazione di tutti i soggetti del territorio, no?

“Certo. Lo sportello in questa direzione può – e deve – diventare non solo strumento utile ma anche indispensabile. Non si tratta solo di offrire servizi tecnicamente inquadrabili come servizi di orientamento. Con la collaborazione dei Comuni del comprensorio, delle organizzazioni sindacali e delle associazioni degli imprenditori è in fase di avvio, nella Zona industriale, un’area di “start up” in cui tutte le nuove iniziative, per un determinato periodo, potranno essere seguite per determinarne il consolidamento, la progettazione, lo stage, il primo business plan, la formazione. Lo start potrà realizzarsi in un centro come il nostro, sia sotto forma reale che simulata. Lo sportello di Termini sta faticosamente perseguendo questa strada ed è in corso di definizione una convezione tendente a fare “sistema e sviluppo” con partner quali Isfol, Aziende del territorio e Comitati per la disoccupazione organizzati dal Sindacato”.

– Ma l’intervento dello sportello si rivolge anche agli studenti e ai soggetti disabili. Anche per questa fascia è possibile prevedere interventi innovativi?

“Il tipo di attività che si può delineare è sistemica. A monte presuppone una cultura di impresa che gli attuali programmi scolastici non consentono di raggiungere. Temi come la progettazione, la qualità, la comunicazione e la comunicazione aziendale, l’efficienza del lavoro di gruppo, l’informatica applicata alle aziende sono argomenti che rivestono l’attenzione che meritano. È possibile dire che proprio quegli aspetti che fanno la differenza (fattori di successo) per un’azienda che riesce ad affermarsi rispetto alle altre sono del tutto estranee all’offerta formativa che offrono le scuole”.

E allora?

“E allora il ruolo che uno sportello dovrebbe esercitare con gli studenti potrebbe partire proprio da questi temi. Questi aspetti, per cosi dire, sono trasversali e meta cognitivi, rappresentano la prima fase di un intervento orientativo che possa consentire, successivamente di approfondire percorsi personalizzati compatibili con le proprie personali aspirazioni”.

 

Certo che è curioso sapere quali criteri abbiano ispirato i promotori degli Avvisi 1 e 2, allorquando sono stati individuati geograficamente i territori ove allocare gli Sportelli multifunzionali e gli Sportelli Scuola. Dall’intervista emergono alcune necessità. Intanto, il bisogno di potenziare i servizi da offrire al territorio e, per far questo, occorre un approccio che punti sul marketing territoriale. E poi sarebbe ora di cominciare concretamente a formare i cassintegrati con la realizzazione di specifici corsi di qualificazione professionale per puntare al reinserimento lavorativo.

Il Governo regionale precedente dovrebbe spiegare i nobili motivi che hanno spinto qualcuno a concentrare sulla città di Bagheria 4 sportelli multifunzionali e lasciare senza riferimento la vicina Termini Imerese, capitale – fino a ieri – dell’industria automobilistica del Sud Italia. Ma questa è altra storia. Siamo curiosi di conoscere gli intendimenti dell’attuale presidente della regione, Rosario Crocetta, e dell’assessore al lavoro, Ester Bonafede.

 


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