Oggi, con inizio alle ore 17. 00, diverse realtà individuali e collettive riunite nella sigla di antirazzisti trapanesi, manifesteranno per ricordare il tredicesimo anniversario della strage del cpt serraino vulpitta.
Oggi manifestazione antirazzista a Trapani
Oggi, con inizio alle ore 17.00, diverse realtà individuali e collettive riunite nella sigla di Antirazzisti trapanesi, manifesteranno per ricordare il tredicesimo anniversario della strage del Cpt Serraino Vulpitta.
L’appuntamento è in piazza Vittorio Veneto. Successivamente, i manifestanti si incammineranno per una passeggiata antirazzista lungo le vie del centro storico della città per poi fermarsi in un presidio di controinformazione davanti Palazzo Cavarretta.
L’anniversario della strage del Centro di Permanenza Temporanea Serraino Vulpitta – si legge in un comunicato diffuso dal Coordinamento per la pace – in cui morirono sei immigrati in seguito a un incendio durante una rivolta, resta una data importantissima per la memoria civile della città di Trapani. Dopo tredici anni, il Serraino Vulpitta è ancora un Centro di internamento per immigrati. Funziona a regime ridotto, perché adesso c’è il nuovo Centro di Milo, ma la sostanza non cambia.
Atti di autolesionismo, tentativi di fuga, proteste drammatiche, repressione poliziesca, condizioni di vita insostenibili sono il pane quotidiano per l’umanità rinchiusa a Milo e al Vulpitta, così come in tutti Cie d’Italia. Nel nuovo Centro di Identificazione ed Espulsione di Milo c’è una situazione di rivolta permanente. Negli ultimi mesi in centinaia si sono ripresi la libertà. Quelle sbarre, quei cancelli, quei muri alti e infami non sono poi così impossibili da superare, per fortuna.
Le rivolte e le fughe di massa – prosegue i comunicato – non sono solo una risposta alle oggettive condizioni di invivibilità del Cie di Milo, ma rappresentano l’inevitabile prodotto dell’insofferenza di esseri umani che si ritrovano privi della libertà solo perché non hanno un pezzo di carta che gli consenta anche solo di esistere”.
Segue una domanda rivolta a tutti: “Se foste al loro posto, se anche voi foste nati dalla parte sbagliata del mondo, cosa fareste?.
Il 28 dicembre – prosegue il comunicato – rimane una data fortemente simbolica ed estremamente attuale. Perché è doveroso ricordare i morti del Vulpitta e tutte le persone che continuano a morire durante le traversate per raggiungere il nostro Paese, anch’esse vittime del razzismo di Stato. Perché è doveroso denunciare lo sfruttamento degli immigrati, il ricatto del permesso di soggiorno legato al contratto di lavoro, la ferocia dei governi sui soggetti più deboli. E perché è fondamentale, in questi tempi terribili, ribadire che la solidarietà tra gli individui e tra i popoli è il migliore antidoto per fare fronte alla crisi voluta dai padroni, alla repressione ordita dai potenti, al razzismo alimentato dall’ignoranza.
Il comunicato si conclude con un appello a ricordare i morti del rogo del 1999.
Per ricordare Rabah, Nashreddine, Jamel, Ramsi, Lofti, Nasim morti nel rogo del 1999 e tutti i migranti vittime delle frontiere e del razzismo di Stato.
Per la chiusura del Centro di Identificazione ed Espulsione Serraino Vulpitta e del Cie di contrada Milo, e di tutti i Cie.
Per l’abolizione delle leggi razziste (Turco-Napolitano, Bossi-Fini, Pacchetto sicurezza).
Per l’eliminazione del legame obbligatorio tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno.
Per la libertà di movimento di tutte e tutti, in Italia e nel mondo.
Per la solidarietà e la giustizia sociale, contro il razzismo e la repressione.