Lo confessiamo: quando abbiamo letto questo comunicato non credevamo ai nostro occhi: qualcuno, nel partito democratico siciliano, alza la mano e dice: "sembrano più vicine le primarie interne del pd per eleggere i candidati nelle liste per camera e senato".
Pd, anche in Sicilia primarie per i candidati di Camera e Senato
Lo confessiamo: quando abbiamo letto questo comunicato non credevamo ai nostro occhi: qualcuno, nel Partito democratico siciliano, alza la mano e dice: “Sembrano più vicine le primarie interne del Pd per eleggere i candidati nelle liste per Camera e Senato”.
Già una notizia del genere, in questo partito, è rivoluzionaria. Il seguito è trotskista e, quindi, ‘deviazionista’: “L’odiosa pratica di nominare dall’alto deputati e senatori rischierebbe di inficiare o indebolire la proposta del Pd che si candida alla guida del Paese”.
A mettere – nero su bianco – queste parole è un dirigente del Partito, Rosario Filoramo, consigliere comunale a Palermo. La sua proposta, lo ripetiamo, è rivoluzionaria, perché, per la prima volta un dirigente di questo partito, in Sicilia, mette in discussione il potere dei ‘satrapi’ che si sono impossessati del Pd dell’Isola.
Non solo. Viene messa in discussione anche una prassi che nelle ultime elezioni politiche nazionali ha visto il Pd siciliano ‘ospitare’ candidati ‘paracadutati’ da altre regioni italiane. Insomma: gli elettori siciliani del Pd non solo hanno le liste ‘bloccate’ dal Porcellum, ma devono eleggere in Sicilia quattro o cinque parlamentari nazionali che, poi, una volta eletti, non verranno mai più in Sicilia.
Ora c’è un dirigente di partito – Filoramo, per l’appunto – che mette in discussione anche questa forma di ‘ascarismo’ parlamentare.
“Le notizie che provengono da tutto il territorio nazionale – scrive sempre il consigliere comunale che vorrebbe trasformare il Pd siciliano in un Partito veramente democratico – stanno incontrando la disponibilità del segretario Bersani a far tenere entro la fine dell’anno le primarie interne. Un grandissimo risultato che restituisce alla scelta democratica l’elezione dei nostri rappresentanti nei due rami del Parlamento”.
Insomma, c’è il ‘rischio’ che Bersani passi alla storia come il primo ‘capo’ del Pd che non consideri la Sicilia come una terra dove fare eleggere qualche sui amico e/o amica, come hanno fatto i suoi predecessori. Incredibile!
“Adesso – conclude Filoramo – mi auguro che il Pd siciliano non perda tempo nell’eterna contesa tra le aree e correnti interne. Il Paese ci guarda e dobbiamo essere all’altezza della situazione”.
Noi tifiamo per Filoramo. Anche se ci sembra difficile, se non impossibile, che il Pd nazional non provera a ‘sistemare’ nelle liste del Pd siciliano qualche ‘amico’ o qualche ‘amica’ romana, triestina, padana, milanese, torinese…