Su quanto scrive nel suo ultimo perido Joeserpe concordo…per ora, casualmente, si è troppo concentrati sull’editoria.per quanto riguarda un altro commento che ho letto, credo quello del presunto saputello 😉a) ovviamente il discorso del panificio sponsor era un esempio ed anche dei più banali, però è vero che a Catania c’è gente che campa, e […]
No profit
Su quanto scrive nel suo ultimo perido Joeserpe concordo…per ora, casualmente, si è troppo concentrati sull’editoria.
per quanto riguarda un altro commento che ho letto, credo quello del presunto saputello 😉
a) ovviamente il discorso del panificio sponsor era un esempio ed anche dei più banali, però è vero che a Catania c’è gente che campa, e bene, di piccoli sponsor che vedete nei lidi, nei cinema etc.
b) da quando frammentare diminuisce i costi? mah…
In un altro post si faceva di conto, 120 mila euro non bastano? Bisogna imparare a gestire la cultura su base imprenditoriale. Quanto mi costa una stagione?
Quindi calcolo del costo del biglietto, delle sponsorizzazioni necessarie etc.
Bisogna uscire dal discorso del supporto Pubblico, ormai in tutto il mondo si va in questa direzione.
Ora Vi faccio un esempio nel mio campo professionale, quello dei musei…sempre no profit è…per gli altri…io profit!! 😉
Quanto la Tacher si trovò a corto di fondi, in Gran Bretagna, una delle prime cose che fece fu quella di tagliare i fondi ai musei…argh…proprio a quelle istituzioni che campavano solo di contributi statali. Questo costrinse i musei ad inventarsi metodi per campare e restare aperti. Ecco che sono nati il merchandising, i membership program, i bookshop, l’affitto delle sale per convention etc…in un paio di anni tutti i musei inglesi dovettero organizzarsi, “industrializzarsi” per restare aperti. E tutti più o meno ci sono riusciti, anzi grazie a questo “problema” iniziale ora sono molto più indipendenti di prima. Solo il Victoria & Albert museum ebbe dei grossi problemi e rischiò la chiusura. in quel caso il governo inglese intervenne.
Ma voi sapete che i musei americani sono tutti provati? Non c’è alcun contributo da parte dei singoli stati o della federazione (o meglio, c’è qualche piccolo supporto, ma è una precisazione solo per li addetti ai lavori), eppure campano, fanno mostre, creano eventi etc…e noi qui abbiamo i monumenti chiusi ed i teatri in chiusura.
c’è qualcosa che non va, sia negli amministratori della cosa pubblica sia nei gestori di iniziative no profit che devono svegliarsi ed iniziare a fare marketing, promozione, raccolta fondi etc…e non mi venite a dire che per fare marketing ci vogliono soldi che Vi tengo una lezione sul marketing zero costs.
ciao
Mario
PS: io sono palesemente di destra…ma sono convinto che la cultura non è nè di sinistra nè di centro nè di destra, e chi la ostacola è un imbecille, ovunque sia schierato…a proposito ma sapete che sia al comune di Catania che alla Provincia, il budget della cultura è stato stra-tagliato a maggioranza trasversale dai relativi consigli?