Nellaula magna della Facoltà di Ingegneria, il candidato Antonino Recca ha presentato le linee generali del suo programma di azione per lAteneo
Recca: «Sono pronto a diventare Rettore»
«La mia candidatura nasce 13 anni fa, quando il prof. Garozzo della Facoltà di Medicina mi propose di pensare ad una mia possibile candidatura. Da allora ho studiato tanto ed oggi sono pronto ad assumermi la responsabilità di coordinare e supervisionare lUniversità, sempre in piena collaborazione con la Comunità Accademica: docenti, tecnici, amministrativi e studenti».
Nasce con tutti i migliori propositi il programma di uno dei due candidati alla carica di Rettore dellUniversità degli Studi di Catania per il triennio 2006-2009: Antonino Recca, ex preside della Facoltà di Ingegneria, che ieri pomeriggio, nellaula magna della facoltà, ha presentato i pilastri fondamentali del suo programma.
LUniversità, ha ribadito più volte Recca, è unIstituzione formativa, culturale e sociale allinterno della quale lo studente deve essere sempre al centro dellattenzione. Per questo, tra le varie proposte, cè quella di modificare lo Statuto per creare la Consulta degli studenti che dovrebbe riunirsi, secondo lui, almeno 2-3 volte lanno e dovrebbe avere un ruolo ufficiale. E necessario, inoltre, che il mondo studentesco interagisca sempre di più con il corpo docenti.
«Ritengo che compito dellUniversità ha detto Recca debba essere quello di prendere per mano lo studente e accompagnarlo in tutto il suo percorso formativo: dalla scuola media secondaria, alla laurea, fino allimmissione nel mondo del lavoro». Due, quindi, i suoi principali obiettivi: migliorare la posizione concorrenziale del nostro Ateneo rispetto al resto dItalia (soprattutto lItalia del nord, dove, ancora oggi, molti giovani decidono di andare a studiare per il maggiore prestigio di cui godono quelle Università rispetto alla nostra) e rispetto agli atri Atenei europei; riformulare le regole di collaborazione tra il nostro Ateneo, gli Enti pubblici e le Organizzazioni economiche, cercando di interagire, ad esempio, con le banche. Perché la formazione deve essere funzionale, prima di tutto, allinserimento nel mondo del lavoro di ogni laureato.
Recca si è poi soffermato sui tre punti principali del suo programma, che in realtà sono però sette; ma degli altri quattro (Diritto allo studio, Amministrazione, Strutture, Sanità) non è stata fatta menzione: né durante il suo discorso di ieri, né nel programma consultabile su Internet.
Recca ha parlato, invece, della necessità di ammodernamento del quadro istituzionale, della didattica e della ricerca scientifica. Su questultimo punto in particolare si è fermata la sua attenzione. Recca si è definito spaventato dal fatto che in Italia si sta mettendo in atto un meccanismo che finirà col formare Università di serie A e altre di serie B. Ciò che fissa i limiti di questa classificazione è la possibilità o meno di fare ricerca scientifica. «Questo si deve assolutamente evitare – ha affermato con forza il candidato perché non ci può essere unottima attività didattica se non cè unottima ricerca scientifica».
Al termine della presentazione, Recca, ha tenuto a precisare che, politicamente, la sua candidatura non è a favore di nessuno né contro alcuno, e che la politica rimarrà fuori dal suo programma. Anzi, ha precisato, in vista delle imminenti nomine dei Grandi elettori, che verrà accettato l’appoggio di qualunque lista ne faccia richiesta, a patto che venga ben specificato nel programma che tale appoggio è di carattere prettamente accademico e non ha alcune motivazioni politiche.
Vedi il programma dettagliato sul sito http://www.dmfci.unict.it/users/arecca/