E’ ufficiale: il mare di San Leone è inquinato

Da almeno dieci anni chi frequenta la spiaggia di San Leone, la località balneare di Agrigento per antonomasia (non l’unica, per fortuna, perché si può sempre andare al mare ad oriente di San Leone, magari a Punta Bianca, o a occidente, da Scada dei Turchi fino a Torre Salsa, passando per Giallonardo), ha avuto il dubbio che l’acqua fosse inquinata. Oggi il dubbio è diventato una certezza. Una perizia, che porta la firma dei docenti dell’Università di Catania, richiesta dal Tribunale della Città dei Templi, certifica che, a San Leone, l’acqua del mare inquinata.

In questa battaglia di verità una parte importante l’ha giocata il giornale diretto dal bravo Franco Castaldo, ‘Grandangolo’, che, da anni, si occupa dell’inquinamento del mare di San Leone. Anche noi, nel nostro piccolo, già lo scorso anno, denunciavamo l’inquinamento del mare di San Leone. Sulla base di una prova inconfutabile: perché l’estate del 2011, agosto, mentre nuotavamo, abbiamo visto animali galleggiare (non vi diciamo che animali, ma lo potete immaginare…). (a sinistra, un’immagine del mare di San Leone, foto tratta da agrigentoflash.it)

Ora è arrivata la prova della verità: il professore Salvatore Sciacca, dell’Università di Catania, ha certificato l’inquinamento del mare agrigentino. Per una città turistica non c’è male.

Stupisce e sconforta il fatto che, in questi anni, né il Comune di Agrigento, né la Provincia regionale di Agrigento abbiano affrontato questo problema. Tutti hanno fatto finta di non vedere.

Chissà, forse questa è la volta buona per capire perché non è stato realizzato – ad esempio – il depuratore di Villaggio Peruzzo. E in generale, perché, soltanto adesso, si scopre che chi ha scaricato in mare – compresi coloro i quali hanno realizzato i pennelli a mare – lo ha fatto contro la legge. Toccherà alla Procura della Repubblica di Agrigento – che anche in questo caso si è sostituito a una politica vacua e fatua – stabilire la verità dei fatti. 

Riuscirà la Giustizi italiana a stabilire di chi sono le responsabilità di un disastro ambientale che va avanti da un decennio?

In questa storia i danni sono incalcolabili. Danni all’immagine di di una città nota in tutto il mondo, danni alla popolazione, danni ai turisti.

Qualcuno pagherà?

(a destra, altra immagine della spiaggia di San Leone, foto tratta da sicilia24h.it)

 

 


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Da almeno dieci anni chi frequenta la spiaggia di san leone, la località balneare di agrigento per antonomasia (non l’unica, per fortuna, perché si può sempre andare al mare ad oriente di san leone, magari a punta bianca, o a occidente, da scada dei turchi fino a torre salsa, passando per giallonardo), ha avuto il dubbio che l’acqua fosse inquinata. Oggi il dubbio è diventato una certezza. Una perizia, che porta la firma dei docenti dell’università di catania, richiesta dal tribunale della città dei templi, certifica che, a san leone, l’acqua del mare inquinata.

Da almeno dieci anni chi frequenta la spiaggia di san leone, la località balneare di agrigento per antonomasia (non l’unica, per fortuna, perché si può sempre andare al mare ad oriente di san leone, magari a punta bianca, o a occidente, da scada dei turchi fino a torre salsa, passando per giallonardo), ha avuto il dubbio che l’acqua fosse inquinata. Oggi il dubbio è diventato una certezza. Una perizia, che porta la firma dei docenti dell’università di catania, richiesta dal tribunale della città dei templi, certifica che, a san leone, l’acqua del mare inquinata.

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