La candidatura 'ecumenica' di nello musumeci alla presidenza della regione siciliana chiude la partita di un rissoso centrodestra annacquato da un autonomismo un po' ridicolo e da una 'sicilianità' ancora tutta da dimostrare nei fatti? a quanto pare, no. A qualche ora dal grande accordo si avvertono primi cedimenti.
Leontini: “La mia candidatura c’è ancora”
La candidatura ‘ecumenica’ di Nello Musumeci alla presidenza della Regione siciliana chiude la partita di un rissoso centrodestra annacquato da un autonomismo un po’ ridicolo e da una ‘sicilianità’ ancora tutta da dimostrare nei fatti? A quanto pare, no. A qualche ora dal grande accordo si avvertono primi cedimenti.
Il primo a prendere le distanze è Innocenzo Leontini, già capogruppo del Pdl all’Ars e protagonista – assieme a un gruppo di parlamentari regionali del suo Partito (o ex Partito?) – di un’operazione politica che sarebbe dovuta culminare nella nascita di un nuovo soggetto politico costituito, per l’appunto, da Leontini e il suo gruppo e dal Pid. Progetto rimasto a metà, se non altro perché, nei comunicati ufficiali continuiamo a leggere la sigla Pid…
Vediamo, adesso, cosa scrive Leontini: Ho sempre sostenuto che la situazione attuale della Sicilia non potesse essere affrontata come conseguenza delle alchimie o delle logiche della politica nazionale. La Sicilia, in questo momento, rappresenta, per molti aspetti, un caso unico nazionale”.
“E per questo – aggiunge Leontini – che la proposta della mia candidatura, come oggi quella della candidatura di Musumeci, non potessero sottrarsi a tale compito di adesione alle vicende peculiari della nostra Regione”.
Il riferimento di Leontini è all’operazione politica, già accennata, di ‘fusione tra il suo gruppo e quello del Pid: operazione che avrebbe dovuto culminare nella candidatura dello stesso Leontini alla presidenza della Regione. Una candidatura, quella di Leontini, ‘stoppata’, di fatto, dall’adesione del Pid di Saverio Romano e del Pdl di Angelino Alfano alla candidatura di Nello Musumeci.
La sensazione è che la candidatura di Nello Musumeci, nata come progetto politico siciliano, si sia trasformata in merce di scambio romana. Lo pensiamo solo noi? No, lo pensa anche Leontini che, infatti, a proposito di Musumeci, precisa: “La sua candidatura non può essere unennesima conseguenza di accordi tra sigle della politica nazionale, ma deve tutta attestarsi su di un programma riguardante il territorio, le comunità, le istituzioni e le autonomie locali della nostra regione.
Su questa base – conclude Leontini – la posizione da noi assunta è impegnata a richiedere un immediato confronto. In caso contrario ritornerebbero, irriducibili, tutte le altre proposte di candidatura, compresa quella del sottoscritto.
Volete vedere che anche in Sicilia si sono accorti che dietro la candidatura di Musumeci c’è lo zampino di Berlusconi?