Formazione, Albert va via lasciando solo macerie

Oltre il caos l’oblio. E’ il precipizio in cui pericolosamente scivola la formazione professionale in Sicilia. Mentre spopola il toto scommesse sulla notizia, da noi data, delle dimissioni di Ludovico Albert, dirigente generale del dipartimento regionale Istruzione e Formazione professionale, si profilano settimane caldissime per gli operatori, per gli Enti formativi, per gli allievi, per tutta la filiera formativa siciliana.

Ai lavoratori interessa fino ad un certo punto sapere se il titolare al dipartimento della formazione sia andato via o no. Sulla decisione incombe un ulteriore ritardo nelle procedure di avvio della attività formative che si aggiunge ai considerevoli ritardi della gestione Albert. Siamo a fine agosto e non c’è odore di inizio dei corsi.

A rischio l’impianto dell’Avviso 20/2011 e l’effettivo avvio della attività formative. In gioco l’assetto amministrativo costruito su una massiccia sequela di decreti dirigenziali in antitesi con il quadro normativo regionale. Provvedimenti che per natura divengono precari ad ogni cambio di guardia al vertice della direzione generale del dipartimento regionale Istruzione e Formazione professionale. Quindi a rischio gli stipendi e di tempi per l’erogazione del primo acconto, ma questo non è una novità.

Basti ricordare che insistono ancora oggi operatori della formazione professionale che hanno maturato venti mensilità che ad oggi non sono retribuite. In media i ritardi nel settore sono di almeno sei mesi. Dietro l’angolo le imminenti elezioni regionali che storicamente provocano effetti negativi al settore della formazione professionale.

Si profila, insomma, un rallentamento delle procedure amministrative che va a sommarsi, in negativo, ai ritardi già accumulati. Poi il rischio clientelismo che ha causato negli anni passati un appesantimento senza precedenti sia in termini finanziari che di occupati.

Rammentiamo che sono cominciati i giochi politici che dovranno portare, nel giro di qualche settimana, alle alleanze per spingere, ciascuno per la propria parte, il candidato presidente verso Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione siciliana. Infatti, registriamo probabili annacquamenti e possibili condizionamenti politico-elettorali anche nel settore della formazione professionale.

Intanto si fa avanti una domanda: Albert si è dimesso o gli é stato revocato l’incarico? Sotto il profilo sostanziale poco cambia. Diverse fonti hanno confermato la notizia pubblicata dal nostro giornale. Sotto il profilo politico gli approcci sono diversi.

Le dimissioni del dirigente generale potrebbero legarsi a scenari di diversa natura, connessi, magari, a ricorsi, contenziosi o possibili azioni giudiziarie in corso che necessitano di allentare la pressione. Tutti elementi che abbisognano di conferme, ovviamente.

La revoca dell’incarico assume un rigore squisitamente politico e sembrerebbe sancire il ‘divorzio’ di Raffaele Lombardo dal Pd. Ma anche questo ragionamento attende conferme in un’estate già calda per via degli anticicloni, l’ultimo “Lucifero”, ma ancor di più per il clima avvelenato intorno alle alleanze per la scelta di un candidato presidente credibile per una coalizione che ambisce ad essere vincente.

Tutte congetture che necessitano di ulteriori riscontri e conferme. Per la stragrande maggioranza dei lavoratori del settore formazione professionale,Albert è ricondotto all’idea di una riforma impiantata verso il passaggio dal pubblicistico al privatistico e la liberalizzazione dei licenziamenti. Qualcuno parla di giallo in ordine alle dimissioni di Albert e l’assessore regionale alla Istruzione e Formazione professionale ha dichiarato di non esserne a conoscenza.

Puzza di bruciato questa uscita poco felice. Quali interessi? Lo vedremo. In un passaggio della lettera, indirizzata da Albert al presidente della Regione Raffaele Lombardo poco prima di Ferragosto, si sottolineano i grandi risultati raggiunti, citandoli pure. Contento lui…

Con molta franchezza, da un esperto con le spalle ultra coperte dallo stato maggiore del Pd romano ci saremmo aspettati una vera riforma epocale. Ed invece Albert ha richiamato come “grandi risultati … i progetti per l’obbligo di istruzione e formazione e il piano giovani che speriamo porti nuove opportunità ai giovani siciliani. Senza dimenticare che l’Unione Europea ha deciso di stanziare 240 milioni di euro per i progetti del Fondo sociale europeo”.

A noi appare un risultato insufficiente rispetto alla aspettative che in tanti riponevano al super esperto. Se poi lo si confronta con i tantissimi scompensi creati al settore, i fatti non pare ripongano a favore del piemontese. Anzi. Di certo, l’uscita anticipata di Albert dovrebbe aprire il fronte a possibili nuovi equilibri e modifiche nella linea politico-amministrativa in seno all’assessorato regionale all’Istruzione e Formazione professionale. Un assessorato, storicamente di grande peso elettorale, che oggi come non mai sembra una polveriera in attesa di deflagrare da un momento all’altro.

Se poi aggiungiamo che in queste ore sembra aprirsi uno spiraglio per un accordo elettorale tra Lombardo, Micciché e la destra di Storace, per la candidatura di Nello Musumeci alla presidenza della Regione siciliana, l’uscita di scena di Albert sancirebbe la nascita di una vera e propria coalizione politico-elettorale Mpa/Grande Sud/La Destra, con due partiti – Pid e Pdl – che cercano di non restare fuori.

Ma anche su questo accordo, che qualcuno suggerisce essersi chiuso la scorsa notte, bisogna andarci cauti. Pdl e Pid avevano puntato sul ticket Roberto Lagalla-Nello Musumeci e sembrerebbero spiazzati dalla mossa dell’ultima ora. Attendiamo su questo la contro mossa che potrebbe spingere lo stesso Silvio Berlusconi a calarsi nella mischia, intervenendo personalmente con tutto il suo peso.

Ma c’è chi giurerebbe che Lombardo, finissimo fiorettista della politica, stia manovrando le fila per sferrare il colpo di mano e coalizzare forze capaci di garantirgli i 46 deputati a Sala D’Ercole (sede del potere legislativo all’Assemblea regionale siciliana) oltre che vincere la tornata elettorale per la presidenza della Regione.

In tutto questo cosa c’entrano i lavoratori e la loro vitale necessità del posto di lavoro e della retribuzione? Come dicevamo, il rischio di essere risucchiati nei giochi politici diventa certezza. Come ogni cosa, in Sicilia nel tempo delle elezioni cambiano gli equilibri e mutano le priorità. Anche le retribuzioni dei lavoratori o l’avvio delle attività formative potrebbe divenire merce di scambio per un utile politico-elettorale.

Questo è il gioco e questa sarà la probabile prospettiva, poco felice per la verità, che riguarderà il futuro dei prossimi tre mesi degli operatori della formazione professionale. Le nostre perplessità sullo sfascio annunciato trovano conferma nelle parole pesantissime di Totò Lentini (Udc). Il presidente della commissione parlamentare permanente Cultura, lavoro e formazione professionale all’Assemblea regionale siciliana” ha dichiarato sulle dimissioni di Albert: “Il ‘mega-direttore’ Ludovico Albert, le cui dichiarazioni fino a poche ore fa erano altisonanti quanto il suo compenso, ha aspettato il momento peggiore per un passo ormai inevitabile: tardi, perché i danni della sua falsa ‘riforma’ si sono già visti e, guarda caso, giusto in prossimità della data in cui sarebbero dovuti partire i nuovi corsi. Cioè giusto in tempo per mettere a rischio anche quelli!”.

“Il super-burocrate piemontese – aggiunge Lentini – voluto dallo pseudo-autonomista Lombardo, deve rendere conto di molte cose: un intero anno di pratica ‘fermata’ del settore con migliaia di operatori in bilico fra la Cassa integrazione e la perdita del lavoro, la peggiore performance in termini di impiego e spesa dei fondi Fse (meno del 20% delle risorse disponibili effettivamente utilizzate), il tutto mentre il Tar, affrontando i ricorsi degli Enti esclusi, sta smentendo su tutta la linea il suo operato. Invece di cambiare davvero quello che andava cambiato abbiamo assistito allo ‘storno’ dei fondi comunitari spettanti alla Sicilia verso lo Stato e da lì ,possibilmente, verso altre Regioni (chissà dove andrà adesso Albert a lavorare?)”.

Auspichiamo che per una volta la politica tutta riservi agli ottomila lavoratori della formazione professionale un autunno dignitoso con l’avvio delle attività didattiche e lo sblocco del primo acconto, necessario agli Enti formativi beneficiari dei finanziamenti a valere sull’Avviso 20/2011, di potere procedere al pagamento delle prime retribuzioni in favore del proprio personale.

Ogni commento in ordine ad una seria riforma non può che divenire impegno elettorale da tradurre, a partire dal dicembre prossimo, in concreta realtà. Di certo, andranno bloccati i processi di mobilità e licenziamento collettivo, anche per stemperare la tenaglia dei contenziosi contro l’amministrazione attiva.

Intanto si apprende che allo Ial si potrà estendere la Cassa integrazione guadagni in deroga fino al 31 ottobre 2012 cosi come con ogni probabilità faranno anche Ecap ed Enfap. Quali i contenuti che ne giustificano il carattere eccezionale che differenzierebbe lo Ial Sicilia da altri Enti in Sicilia non è dato sapere. Lo annoveriamo tra le grigiosità accadute durante la gestione Albert.

Ripescare gli Enti ingiustamente estromessi dovrebbe costituire il passaggio successivo per un vero processo innovativo del settore della formazione professionale, salvando magari il miliardo di euro che pare andato perduto. La strada è in salita, ma la buona volontà corroborata dalla disperazione nel dovere salvare il salvabile potrebbero seriamente spingere l’inerzia della politica verso la risalita della china.

 

 

 

 


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