Se il governo regionale è latitante, se non colpevole delle tante emergenze che stanno mettendo in ginocchio le isole siciliane, non resta che chiedere aiuto a quello nazionale. E' quello che stanno facendo gli abitanti di pantelleria che si sentono completamente abbandonati dalla classe politica siciliana:
Emergenza Pantelleria, don Cipri: “L’unica speranza è il governo nazionale”
Se il governo regionale è latitante, se non colpevole delle tante emergenze che stanno mettendo in ginocchio le isole siciliane, non resta che chiedere aiuto a quello nazionale. E’ quello che stanno facendo gli abitanti di Pantelleria che si sentono completamente abbandonati dalla classe politica siciliana:
“Non è la congiuntura economica negativa ad avere messo in ginocchio Pantelleria, ma le scelte politiche dissennate che hanno messo a repentaglio la vita stessa dell’isola e dei suoi abitanti. Chi avrebbe dovuto pensare al bene comune non lo ha fatto. Per questo adesso ci rivolgiamo al governo nazionale, l’ultima speranza che ci è rimasta”.
A parlare è don Salvatore Cipri, parrocco della Chiesa Madre dell’isola. LinkSicilia è andato a trovarlo nella sua sagrestia. Al nostro arrivo con lui c’era Giorgio Armani, che ha una casa lì. Lo stilista- racconta il ragazzo che ci ha accolto- si tiene informato sull’evolversi della situazione. Un interesse che ci viene confermato da don Cipri: “Armani è un uomo buono, molto solidale con i panteschi. Ha pure regalato una Tac all’ospedale dell’isola”. Una Tac, che però è finita a Trapani. Perché in quell’ospedale, ormai ridotto ad una sorta di ambulatorio, non è utilizzabile.
Don Cipri, due giorni fa, durante l’inaugurazione del nuovo aeroporto, era in testa alla folla di panteschi che ha protestato in silenzio davanti all’aerostazione per segnalare il disagio che l’isola vive alle autorità venute per l’occasione: “Il nuovo aeroporto è un dono, siamo contenti. Ma qui mancano cose essenziali ed era necessario farlo sapere a tutti”. E, a quanto pare, la protesta ha sortito qualche effetto: “Domani il commissario straordinario Piazza incontrerà il ministro Cancellieri, speriamo che a Roma ci ascoltino perché a Palermo non lo hanno fatto. Mentre il prefetto di Trapani, Marilisa Magno, si è impegnata ad attivare un tavolo tecnico con le associazioni che hanno partecipato alla manifestazione per tentare di risolvere l’emergenze”.
Ma quali sono le emergenze? “Cominciamo con la sanità- dice il parroco a LinkSicilia-il nostro ospedale è ridotto ad un ambulatorio sgangherato. Ogni giorno non sappiamo quali servizi può offrire. Qui entriamo nel campo dei diritti negati. Non si può fare affidamento sull’elisoccorso perché dipende dalle condizioni meteo, mentre andare a farsi curare a Trapani o a Palermo significa sostenere costi che i panteschi non possono permettersi”.
Don Cipri ci fa leggere la lettera inviata al governo nazionale. E’ un bollettino da guerra. Non solo per la sanità. Nota dolente sono anche i trasporti:
” Non c’è sicurezza sui collegamenti che dovrebbero essere garantiti dagli oneri di servizio pubblico, ovvero i collegamenti aerei da Pantelleria per Trapani e Palermo. Sono anni che vivono di scadenze semestrali con il conseguente rischio di non vedere più confermati i collegamenti- si legge nella lettera. E ancora: “Il bando che dovrebbe invogliare le compagnie aeree a proporsi come possibili aggiudicatari dei collegamenti, va matematicamente deserto. Il dubbio è che sia impostato per non allettare le compagnie per poi avere la giustificazione di procedere a trattativa privata sempre con la stessa compagnia, ovvero Meridiana. Una incertezza ch rende impossibile la programmazione della stagione turistica” .
Precarietà che si ripercuote anche nei trasporti marittimi con il rischio, come vi abbiamo raccontato in numerosi articoli, del mancato trasporto della spazzatura, di medicinali, cibo, bombole del gas e tanti altri beni di prima necessità.
Le associazioni che hanno organizzato il sit in davanti al nuovo aeroporto chiedono anche la sospensione degli studi settore: “A Pantelleria c’è una economia falsata a causa del lavoro nero e delle imprese fantasma, le aziende locali subiscono una forte concorrenza sleale. La conseguenza? Una contrazione del fatturato del 40%”.
Per risollevare le sorti dell’isola, non bastano i tanti vip che in questi giorni affollano i dammusi e il mare pantesco. “Servono risposte immediate dallo Stato e provvedimenti concreti-dice don Cipri.
(Nella foto accanto il nuovo aeroporto)
A cominciare dalla sicurezza nei trasporti, da una sanità degna di un Paese civile e poi misure per risollevare l’econmia. A partire dalla fiscalità di vantaggio per le imprese locali.
E poi un piano di sviluppo energetico: “Com’è possibile che su un’isola inondata dal sole e avvolta dal vento non si pensi a sviluppare le energie alternative?” si chiedono i panteschi. Cui prodest? Di certo questa situazione giova alla Smede, la società privata che fornisce l’energia all’isola a carissimo prezzo.
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