Ars, sì alla legge blocca-nomine

L’Assemblea regionale siciliana ha approvato stasera la cosiddetta legge blocca-nomine. Un’ampia maggioranza d’Aula avrebbe trovato il modo, anche se con una forzatura un po’ ‘spinta, di bloccare le nomine dei direttori generali di Aziende ospedaliere e sanitarie.

Com’è noto – ne abbiamo più volte parlato nei giorni scorsi – siamo davanti a un Governo regionale che, benché quasi dimissionario, vorrebbe procedere alle nomine nella sanità. Un’aberrazione sotto il profilo politico, perché si trattarebbe di nominare i vertici burocratici della sanità siciliana per i prossimi tre anni, andando ad occupare ‘spazi’ che sono di competenza del futuro Governo. Ma il presidente della Regione ormai uscente, Raffaele Lombardo, non si farebbe tutti questi scrupoli e sarebbe già pronto ad effettuare queste nomine.

L’Aula, d’altro canto, sta per approvare una legge blocca-nomine che prevede, essenzialmente, due cose: l’impossibilità di effettuare nuove nomine negli enti regionali e il cosiddetto spoil system (che in Sicilia c’è per i Comuni ma non c’è mai stato per la Regione), ovvero, la decadenza di tutte le nomine fatte dal Governo non appena subentrerà il nuovo esecutivo. Solo che le Aziende sanitarie e ospedaliere non sono enti regionali: al limite, sono strutture riconducibili, sotto il profilo finanziario, alla Regione. Tra l’altro, i contratti dei direttori generali di queste strutture sono regolati dal Codice Civile.

Ora – con una forzatura – Sala d’Ercole sta inserendo nella legge l’impossibilità, per il Governo regionale, di procedere alla nomina dei direttori generali di Aziende sanitarie e ospedaliere: là dove ci dovrebbe essere impellente esigenza, il Governo dimissionario potrà nominare solo a commissari straordinari.

L’esigenza si porrà, perché il mandato degli attuali direttori generali di queste strutture sanitarie scade il 31 agosto. Se, come sembra, il nuovo presidente della Regione si eleggerà a ottobre, il Governo Lombardo dovrà comunque assicurare altri due o tre mesi di gestione non con nuove nomine – prevede la legge che l’Ars sta per approvare -ma con il ricorso a commissari straordinari.

Con molta probabilità, la Sicilia si troverà davanti a un caso unico e raro. Per bloccare un Governo che vorrebbe compiere un atto politicamente sbagliato (le nomine che spetterebbero al futuro esecutivo), ma giuridicamente legittimo, Sala d’Ercole sta ricorrendo a un atto politicamente giusto (bloccare le nomine del Governo), ma giuridicamente forzato, se non sbagliato (bloccare le nomine di un Governo nel pieno delle proprie funzioni).

Come finirà? Con la solita guerra a colpi di carta bollata, a nostro modesto avviso. Cosa che, del resto, è stata annunciata dagli esponenti dell’Mpa, il partito del presidente della Regione che – non senza qualche buona ragione – sostengono che un Governo nel pieno esercizio delle proprie funzioni non può essere bloccato, soprattutto da una legge fatta in corso d’opera. Da qui il richiamo all’incostituzionalità della legge che l’Ars si accinge ad approvare: incostituzionalità, vera o presunta, che, in prima battuta, dovrà essere valutata dall’ufficio del commissario dello Stato.

E allora? Non è da escludere che, anche in presenza di una legge, il Governo regionale proceda con le nomine. Affidando, poi, tutto nelle mani della Giustizia.

Sul provvedimento approvato dall’Ars intervengono, con un comunicato congiunto, i parlamentari del Pdl. “La legge approvata in Aula e denominata bloccanomine – si legge nel comunicato – stabilisce un principio di correttezza dell’attività di governo e di trasparenza della campagna elettorale. Prescrive che, a decorrere dalla data di pubblicazione del decreto di indizione delle elezioni regionali, ovvero dopo il verificarsi di una conclusione anticipata della legislatura regionale, è fatto divieto al presidente, alla giunta e agli assessori, a pena di nullità, di procedere a nomine, designazioni o conferimenti di incarichi in organi di amministrazione attiva, consultiva o di controllo, in enti sottoposti a tutela o controllo da parte della Regione, in società controllate o partecipate”.

“Nel contesto siciliano – concludono i parlamentari del Pdl – è giusto che un presidente dimissionario un anno prima e un governo senza maggioranza in Parlamento non mantengano il potere di far nomine e clientele, a fini meramente elettorali. Una regola che vale per tutti e sempre”.

Sulla approvazione della legge interviene anche la capogruppo dell’Udc all’Ars, Giulia Adamo. “L’approvazione, dopo un percorso lungo e faticoso, del ddl ‘blocca-nomine’ è, finalmente, un segnale positivo nel senso della moralizzazione della vita politica, evitando che gli incarichi pubblici diventino non sedi di servizio ma strumenti di consenso. Avevamo espresso una posizione favorevole all’emendamento dell’ononorevole Speziale che veniva incontro all’esigenza di mettere al riparo la pubblica amministrazione dalle vicende giudiziarie che possono interessare singole persone nominate. Auspichiamo che il tema possa essere ripreso in questo ultimo scorcio di legislatura” .

“Una politica di vero rinnovamento – conclude la Adamo – è quello che ci chiedono i siciliani: come Udc siamo e saremo, con coerenza e rigore, in prima fila per costruire le condizioni di una politica diversa da quella che ci ha condotti alla crisi attuale.” 


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