Si è riunita stamattina la quinta commissione legislativa dell'ars (cultura e lavoro) presieduta da totò lentini. All'ordine del giorno, i precari asu (circolare 331/1999 e d. Lgs. 280/1997). Sono circa 5. 800 soggetti distribuiti su tutto il territorio regionale, in gran parte impegnati in varie attività presso gli enti locali e, in generale, nel settore pubblico e nel 'no-profit'.
Precari Asu, dimenticati da tutti
Si è riunita stamattina la quinta commissione legislativa dell’Ars (Cultura e Lavoro) presieduta da Totò Lentini. All’ordine del giorno, i precari Asu (circolare 331/1999 e D.Lgs.280/1997). Sono circa 5.800 soggetti distribuiti su tutto il territorio regionale, in gran parte impegnati in varie attività presso gli enti locali e, in generale, nel settore pubblico e nel ‘no-profit’.
“Lavoratori che fino d oggi sono stati trascurati”, taglia corto Lentini.
All’incontro di stamattina sono intervenuti rappresentanti sindacali e i responsabili dei competenti uffici regionali (Agenzia per l’Impiego). Si è parlato dei possibili percorsi per realizzare migliori – più stabili e qualificate – opportunità di lavoro, magari utilizzando i fondi europei.
“Preso atto della difficile situazione finanziaria della Regione – si legge in un comunicato diffuso dall’onorevole Lentini – la commissione ha formulato due richieste al Governo regionale: prorogare la copertura finanziaria dei ‘sussidi’ fino alla fine dell’anno (le risorse attuali si esauriranno nel mese di ottobre) ed avviare iniziative progettuali che, nei prossimi anni, permettano di superare la condizione di ‘precari fra i precari’ in cui attualmente gli Asu si trovano, definendo dei percorsi quanto più possibile orientati verso un’occupazione produttiva”.
“C’è stata una sperequazione evidente a danno dei lavoratori Asu – aggiunge Lentini -. Un’intera categoria di precari s’è vista ‘dimenticata’ rispetto ad altri gruppi (ex-Pip, ex-Resais, etc…). Nonostante la commissione abbia seguito la tematica fin dal suo insediamento, dal Governo non è arrivata alcuna proposta concreta per venire incontro alle problematiche di coloro che provengono dai ‘regimi transitori’. Definizione, quest’ultima, che suona quasi come una beffa”.
“Eppure – prosegue il parlamentare dell’Udc – esisterebbero, considerate anche le qualifiche, diverse opportunità per un reimpiego produttivo e di utilità sociale (ad esempio nei servizi connessi alla fruizione di beni culturali o nell’assistenza alla persona. Nell’immediato abbiamo chiesto la garanzia dei trattamenti economici fino alla fine dell’anno e continueremo a sollecitare e vigilare affinché il Governo attivi, nell’ambito delle possibilità esistenti, un percorso virtuoso che assicuri finalmente una prospettiva più serena ai circa 5.800 precari.”