Presente ieri al Trailer FilmFest per presentare il suo nuovo film Perez, l'attore rifiuta il ruolo di simbolo dell'isola. «Sono solo un ospite qui, che ha vissuto un'avventura esaltante». Ed evita di entrare nel dibattito tra la Regione e la Rai sul destino del suo personaggio più famoso, il commissario Montalbano
Luca Zingaretti e il suo rapporto con la Sicilia «Sono solo un attore, non la rappresento»
«Io sono stato un ospite, che ha vissuto qui unavventura esaltante e ha molto rispetto di questa terra, ma non sono siciliano. Ci sono simboli che possono rappresentare molto meglio di me la Sicilia». Si presenta così Luca Zingaretti: non un paladino della legge, ma un attore, che ama i personaggi carichi di sfumature, che hanno tanto da raccontare. In occasione del Trailer Film Fest, giunto alla sua dodicesima edizione, l’interprete del commissario Salvo Montalbano è arrivato a Catania per presentare in anteprima Perez, il film di Edoardo De Angelis di cui è non solo protagonista ma anche co-produttore.
Il film è ambientato a Napoli, dove il suo personaggio, Demetrio Perez, è un avvocato dufficio che sopravvive a se stesso, arrancando nella mediocrità. Ma quando la propria figlia cede alle lusinghe della malavita esce fuori le unghie, rimettendo se stesso in gioco per proteggerla. Un ruolo che richiama, ancora una volta, quello del suo personaggio più noto, protagonista in questi giorni delle polemiche tra la Rai e il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta per il paventato spostamento della riprese della serie basata sui romanzi di Andrea Camilleri in Puglia. Un argomenti del quale l’attore, per scelta di produzione, non parla.
In diversi tuoi ruoli emergi come un difensore della legge, da tanti punti di vista differenti: avvocato, commissario, giudice o persona comune che lotta contro la mafia, quale di questi modi di difendere la giustizia è più vicino al tuo modo di essere?
Nessuno di questi, io faccio solo lattore. Allinizio della mia carriera ho interpretato una sorta di antesignano di Totò Riina, ne La Piovra 8, poi uno stupratore di turiste tedesche, poi uno strozzino. Interpreto dei personaggi che abbiano dei chiaro-scuri, immersi in delle storie che mi piacerebbe sentirmi narrare. E questo il divertimento, un conto è interpretare un personaggio che ha solo tre cose da raccontare, un altro è interpretarne uno che ne ha cento.
Una Napoli difficile, così come Palermo e la Sicilia in generale, tutti luoghi che hanno fatto da sfondo alle tue interpretazioni. Mostrare sul piccolo e sul grande schermo queste realtà secondo te è un modo per provare a cambiarle?
Io non credo tanto nel cinema politico in senso stretto, ogni artista deve fare le cose che si sente di fare, con il proprio modo di interpretare la realtà e forse anche di agire in questa realtà.
In Perez. interpreti non solo un avvocato, ma un padre: da questo punto di vista quanto ti vedi simile al protagonista?
Il rapporto tra Perez e sua figlia è fondamentale nel film, la ragazza è lunica cosa che lo tiene ancorato alla vita quando ormai lui è un uomo allo sbaraglio, che ha perso il gusto di vivere. Torna a combattere proprio perché la figlia è in pericolo, rispondendo a quella che è una legge di natura, che vale per tutti: quando i propri cuccioli sono in pericolo un genitore è disposto a qualunque cosa per difenderli.