Pochi cestini, file interminabili alle docce e bagnanti che utilizzano shampoo e detergenti, un gesto vietato anche nelle normali strutture balneari. È l'amaro commento di una nostra lettrice dopo una gita in una domenica agostana nella perla del Mediterraneo, che si è trasformata in una visione di come «non siamo in grado di autolimitarci e darci delle regole per il rispetto e la salvaguardia della cosa comune»
Isola Bella, rifiuti e violazioni in riserva Una lettrice: «È abbandonata a sé stessa»
Rifiuti, cestini non sufficienti e shampoo e detergenti utilizzati nelle poche docce disponibili. Tutto questo non in un lido qualsiasi, ma nella celebre riserva naturale dell’isola Bella di Taormina. «L’isola è abbandonata a sé stessa: nessun controllo!», denuncia Teresa Coppola, una lettrice di CTzen. «I pochi, due o tre al massimo, bidoni per l’immondizia risultano assolutamente insufficienti e i rifiuti finiscono inesorabilmente per terra». Ma a destare ancora più sorpresa nella donna è «l’uso improprio, a voler usare un eufemismo, della doccia pubblica: file interminabili di persone, per la maggior parte ahimè giovani, aspettavano educatamente il loro turno con in mano bottigliette e bottiglioni di shampoo e bagno schiuma».
Un gesto solitamente vietato in tutte le strutture balneari, a maggior ragione all’interno di una riserva naturale. «Io e altri amici abbiamo provato a far presente che non è consentito, ma prevedibilmente siamo stati guardati come degli alieni». E, prosegue Teresa Coppola, «mi rammarica molto il fatto che una perla come l’isola Bella, oltretutto riserva naturale, non venga tutelata come meriterebbe dal Comune di Taormina. Che fa sentire, al contrario, la sua presenza allorché si tratta di imporre a turisti e visitatori esose tariffe per il parcheggio». Ma a rattristare maggiormente è «constatare che noi non siamo in grado di autolimitarci e darci delle regole per il rispetto e la salvaguardia della cosa comune».
Secondo la lettrice una soluzione potrebbe essere l’utilizzo da parte del Comune degli «introiti dei posteggi e gli altri derivanti dalla rimozione delle ganasce per istituire dei severi controlli con annesse sanzioni per quanti ritengono che sia bello e furbo risparmiare sulla bolletta dell’acqua. Insomma – conclude – il deterrente: ne abbiamo ancora bisogno! Ed allora che ci sia. Se serve a tener pulito il mare, grande risorsa italiana».