Attività dell'Ingv, mappatura costante di stazioni sismiche sul territorio nazionale e regionale, strumentazioni ad alto profilo tecnologico, bollettini e protocolli d'emergenza sono stati gli argomenti - per lo più di carattere scientifico - trattati nella conferenza dal titolo La vita dell'Etna: l'Ingv e il vulcano più monitorato del mondo. Con un'attenzione particolare all'educazione della popolazione agli stati d'emergenza, e all'informazione
Catania, conferenza sui sismi e sull’Etna «Bisogna educare i cittadini al pericolo»
«Il cittadino deve sapere perfettamente come comportarsi in una situazione di pericolo dovuta a un terremoto o a un’eruzione vulcanica». Ad affermarlo è stato il presidente dell’Ingv Stefano Gresta all’interno della conferenza dal titolo La vita dell’Etna: l’Ingv e il vulcano più monitorato del mondo. L’appuntamento si inserisce nel calendario di eventi organizzato per il primo anniversario della proclamazione dell’Etna patrimonio Unesco, realizzato grazie alla collaborazione tra Comune di Catania, Parco dell’Etna, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Consiglio nazionale ricerche e Università degli studi di Catania. I relatori – raccolti nella sala refettorio del palazzo della Cultura – hanno affrontato diversi temi di fronte a un nutrito pubblico di studenti e docenti universitari, vulcanologi e curiosi. Attività dell’Ingv, mappatura costante di stazioni sismiche sul territorio nazionale e regionale, strumentazioni ad alto profilo tecnologico, bollettini sismici e protocolli d’emergenza sono stati gli argomenti – per lo più di carattere scientifico – affrontati da Gresta e dal direttore dell’Osservatorio etneo Eugenio Privitera. A interessare particolarmente la platea però è stato l’argomento relativo all’educazione comportamentale delle popolazioni che vivono in aree a rischio sismico.
Il bollettino sismico italiano ha registrato dal 2005 ad oggi circa 90mila terremoti. L’ultimo prodotto cartografico sulla recente sismicità nazionale mette in evidenza le zone più colpite. I numeri non devono però preoccupare, spiegano i relatori, perché puntando sull’istruzione comportamentale si può aggirare il panico. «Bisogna partire dai bambini e dalle scuole per ottenere successo», spiega Gresta. Eugenio Privitera ha poi approfondito i problemi relativi alla presenza sul territorio di un vulcano attivo, come è l’Etna, per la fascia ionica dell’Italia e per l’hinterland catanese in particolare.
«Quando si verifica una sessione di attività vulcanica, l’ultima delle quali si è conclusa la sera scorsa nel cratere di Sud-est dell’Etna, si creano numerosi disagi dovuti a cenere e nubi i cui effetti ricadono su viabilità stradale e traffico aereo», spiega. Anche su questo fronte i dirigenti puntano molto sull’educazione civica al pericolo. Sul piano dell’informazione, «che va di pari passo con lo stato di emergenza», è risultato negli ultimi anni fondamentale il contributo fornito dai social network con particolare riferimento a Twitter. «Tramite gli hashtag abbiamo avuto importanti informazioni sugli eventi straordinari della natura, già smistate per luogo», racconta Privitera.
Le numerose attività di studio, ricerca e sorveglianza sismica e vulcanologica dell’osservatorio Etneo – che si estende anche al controllo dell’attività nelle isole Eolie – sono state sostenute fino al 2013 dal progetto Poseidon. Il piano ha garantito una concertazione tra l’Ingv catanese, la Protezione Civile e la Regione Sicilia. E in questo caso il presidente Stefano Gresta non ha evitato la polemica, affermando che: «Per motivi politici ed economici, il progetto non è stato ancora rinnovato dal presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta».