Una telecamera della motonave maltese Norient Star ha ripreso gli ultimi momenti dei tre migranti morti nelle acque libiche mentre stavano ricevendo soccorso. Due sono i dispersi. Le immagini sono state acquisite dalla squadra mobile di Catania che indaga su coordinamento della Procura. Intanto per i due presunti scafisti responsabili del naufragio del 12 maggio, costato la vita a 17 persone, l'accusa non è più di omicidio volontario
Migranti, in un video la fine dei tre annegati Il gommone urta la nave e si capovolge
Un video immortala gli ultimi momenti dei tre migranti annegati proprio mentre stavano per essere salvati e i cui corpi sono arrivati a Pozzallo ieri insieme ad altri cento disperati. E’ una telecamera della motonave maltese Norient Star a riprendere la scena: il gommone si avvicina all’imbarcazione e iniziano le pratiche di soccorso. Ma mentre i primi cominciano a salire a bordo, il gommone sbatte sulla nave, si buca e comincia a sgonfiarsi. E’ in questo momento che tra i migranti si scatena il panico: alcuni si buttano a mare e la precaria imbarcazione si capovolge tenendo sott’acqua gli immigrati.
Tre muoiono annegati, due sono ancora dispersi, nonostante tutti avessero già indossato i salvagente lasciati da una motovedetta maltese che si era avvicinata per poi allontanarsi. Il video è stato acquisito dalla squadra mobile di Catania che indaga sulla vicenda su coordinamento della Procura. Secondo quanto emerso, dunque, la tragedia sarebbe avvenuta in acque libiche durante le fasi di soccorso operate dalla petroliera.
Nel frattempo, è in stato di fermo nel carcere di piazza Lanza uno dei presunti scafisti dello sbarco avvenuto a Catania sabato scorso. Si tratta di Musad Essaied, egiziano di 64 anni. L’accusa è favoreggiamento dellimmigrazione clandestina. Sarebbe lui il conducente dell’imbarcazione di legno, lunga 17 metri, su cui viaggiavano 268 migranti che è stata soccorsa in acque internazionali dal pattugliatore della Guardia Costiera Peluso, la mattina del 6 giugno.
Arrivano novità anche a proposito del naufragio del 12 maggio, costato la vita a 17 persone per cui la scorsa settimana è stato celebrato un rito interreligioso al palazzo della cultura di Catania. Il Tribunale del riesame del capoluogo etneo, presieduto da Maria Grazia Vagliasindi, ha annullato il capo d’imputazione per omicidio e naufragio volontario che era stato contestato ai due presunti scafisti, il tunisino Haj Hammouda Radouan, che resta comunque in carcere, e il marocchino Hamid Bouchab, che va ai domiciliari con il braccialetto elettronico. L’accusa è stata cambiata in morte come conseguenza di altro reato, rimane il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il procuratore capo Giovanni Salvi ha affermato di voler fare certamente ricorso, dopo aver letto il provvedimento. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i due avrebbero volontariamente provocato l’incidente al gommone non appena giunti in acque internazionali. Radoun si è difeso parlando della rottura di un tubo per il raffreddamento del motore che avrebbe provocato l’allagamento del gommone.