Un'altra fumata nera al tribunale di Catania. Gli psichiatri nominati dalla Corte d'appello, Francesco Bruno e Bruno Calabrese, non hanno ancora consegnato la loro analisi sulla sanità mentale di Loris Gagliano, il ragazzo di 26 anni che il 27 dicembre 2011 ha ucciso la sua ex fidanzata Stefania Noce e il nonno di lei Paolo Miano. Alla luce dei nuovi ritardi, la chiusura del procedimento non è più certo che arrivi entro l'estate
Processo Noce, serve ancora del tempo «Siamo a giugno e non si parla di perizie»
«È il 3 giugno e ancora non si parla di depositare perizie…». Il procuratore Giulio Toscano, nell’aula del giudice Luigi Russo, posa il microfono e raccoglie i consensi degli avvocati. Un’altra udienza senza fare passi avanti. Il processo è quello di secondo grado a carico di Loris Gagliano, il ragazzo di 26 anni che il 27 dicembre 2011 ha ucciso la sua ex fidanzata, la ventiquattrenne Stefania Noce, e il nonno di lei, il settantunenne Paolo Miano. La nuova sentenza la condanna all’ergastolo in primo grado è stata pronunciata il 5 aprile 2011 dovrebbe arrivare prima della pausa estiva di luglio, ma i continui ritardi nella consegna delle perizie psichiatriche sul giovane assassino rischiano di farla slittare.
Era febbraio quando Gagliano ha chiesto l’annullamento del suo ricorso in Appello. Ricorso, quest’ultimo, che gli avvocati della difesa hanno basato sulla presunta infermità mentale dell’imputato. Proprio per questa ragione il giudice ha stabilito che, invece, si continuasse a procedere: «Non siamo attualmente in condizione di stabilire l’ammissibilità delle sue richieste», aveva detto. E aveva rimandato la sua decisione a quando i periti neutri incaricati dalla Corte avessero terminato i loro esami su Gagliano e avessero stabilito se quest’ultimo sia oppure no in grado di intendere e di volere. Però Bruno Calabrese e Francesco Bruno, i due psichiatri nominati dal tribunale di Catania per dirimere la questione, hanno continuamente spostato la scadenza per il deposito degli atti un po’ più in là. Prima era il 3 marzo, poi è diventata il 3 maggio e infine è stata prorogata al 31 maggio. E nel frattempo Loris Gagliano è stato trasferito nel carcere romano di Rebibbia, più vicino agli psichiatri che devono esaminarlo e in una struttura penitenziaria in cui può essere tenuto costantemente sotto osservazione.
«Stamattina afferma oggi il giudice il dottor Calabrese mi ha garantito che invierà per email a tutte le parti in causa la perizia psichiatrica. Il cartaceo sarà invece consegnato nel corso della prossima udienza, il 10 giugno». «Ormai è troppo tardi», replica Enrico Trantino, legale di Rosa Miano e Gaetana Ballirò, madre e nonna di Stefania Noce. «Non sappiamo quando riceveremo la perizia e comunque resta troppo poco tempo per studiarla com’è giusto fare», prosegue l’avvocato, mentre tra i banchi i suoi colleghi annuiscono. Così salta l’appuntamento della prossima settimana e viene rimandato al 24 giugno, quando i due psichiatri saranno sentiti in aula. Alla luce, si spera, di un’analisi sulla sanità mentale di Gagliano attesa da più di sei mesi. Non appena consegnata, il processo potrebbe imboccare due strade: la sentenza oppure l’annullamento, come richiesto dall’imputato e caldeggiato dalla famiglia delle vittime che così vedrebbe confermato l’ergastolo per Gagliano.