Non è ancora certo il numero di deputati delle Isole che siederà al Parlamento europeo. Cinque anni fa, degli otto seggi previsti, due furono spostati su altre circoscrizioni italiane. La legge elettorale penalizza infatti i territori dove si registra una bassa affluenza alle urne. La stessa cosa potrebbe succedere anche questa volta. Ma nel frattempo è intervenuta una sentenza del Consiglio di Stato che salverebbe i due candidati catanesi. «Sono tranquillo, aspettiamo metà settimana per la decisione definitiva», spiega Giovanni La Via
Elezioni europee, La Via e Giuffrida in bilico Ecco perché la Sicilia rischia di perdere seggi
Sono otto i seggi assegnati alla circoscrizione Isole (Sicilia e Sardegna) per il rinnovo del Parlamento Europeo. In base ai risultati comunicati dal ministero dell’Interno, a Bruxelles andrebbero tre deputati sardi (Giulia Moi, Renato Soru e Salvatore Cicu), il trapanese Ignazio Corrao, la palermitana Caterina Chinnici e tre catanesi: Salvo Pogliese, Michela Giuffrida e Giovanni La Via. Il condizionale però è ancora d’obbligo. Almeno fino a quando – a metà della prossima settimana – sui risultati definitivi non metterà il visto definitivo la Corte d’Appello. Perché, tra i cavilli della legge elettorale, recenti sentenze del Consiglio di Stato, e sottili equilibri politici, qualcosa potrebbe ancora cambiare. A rischiare sarebbero in particolare l’europarlamentare uscente del Nuovo centro destra, Giovanni La Via, e la giornalista Michela Giuffrida, eletta nella lista del Partito Democratico, in quota Articolo 4 di Lino Leanza. Dettaglio, quest’ultimo che potrebbe avere un peso specifico.
Il motivo di una situazione che rimane ancora precaria è legato alla legge elettorale europea, che penalizza i territori dove è più bassa l’affluenza alle urne. E’ già successo cinque anni fa, quando, anziché otto parlamentari, dalla circoscrizione Isole furono eletti sono in sei. Ma la riduzione dei seggi interessò anche la circoscrizione Sud, dove scattarono 15 posti anzichè i 18 assegnati secondo decreto del presidente della Repubblica. In totale furono quindi cinque i seggi spostati in altre circoscrizioni italiane. La pre assegnazione dei seggi (attualmente otto per Sicilia e Sardegna) deriva dal criterio della popolazione residente, ma negli anni il numero è stato corretto al ribasso anche sulla base dell’affluenza media registrata nelle varie tornate elettorali. L’ulteriore riduzione registrata nel 2009 viene applicata sulla base della legge elettorale europea che fonda la ripartizione dei seggi su un criterio diverso, cioè quello dei voti validi espressi, con la penalizzazione delle circoscrizioni nelle quali è più bassa laffluenza alle urne. E’ in base a questo principio che, ancora una volta, rischierebbe di saltare l’elezione di Michela Giuffrida (terza nella lista del Pd) e di Giovanni La Via (primo nel Nuovo centro destra).
«Io sono assolutamente tranquillo – commenta La Via – il ministero degli Interni ha attribuito i seggi in base alle regole stabilite al momento dei comizi elettorali e quelle valgono. Non ho alcun dubbio e poi c’è la sentenza Gargani che è garante di questo ragionamento». Il riferimento del deputato è a una sentenza del Consiglio di Stato del 2011. Giuseppe Gargani fu il primo degli esclusi del Pdl nella circoscrizione Sud alle elezioni europee del 2009. Penalizzato proprio dalla scarsa affluenza alle urne e dall’interpretazione della legge europea spiegata precedentemente. Ma a seguito del suo ricorso, il massimo organo della giustizia amministrativa gli diede ragione: i seggi dovevano rimanere quelli previsti ex ante. Un precedente che per la prima volta peserà sulla definitiva ripartizione dei seggi italiani al Parlamento europeo, su cui l’ultima parola è attesa per mercoledì.