40 anni fa il referendum sul divorzio

DA ALLORA AD OGGI, ANCHE SOTTO QUESTO PROFILO, L’ITALIA E’ CAMBIATA. TANTO CHE ADESSO SI DISCUTE UN PROGETTO DI LEGGE CHE CONSENTIREBBE DI SCIOGLIERE IL MATRIMONIO DOPO UN ANNO

di Viviana Di Lorenzo

Mentre ricorrono i 40 anni dal referendum, che confermava la legge sul divorzio, il 14 maggio si apre il dibattimento che mira a diminuire l’attuale tempo di attesa dalla separazione al divorzio da 3 ad 1 anno, prima che si possa richiedere lo scioglimento definitivo del matrimonio

Se oggi parlare di divorzio è all’ordine del giorno e molte coppie ricorrono a tale istituto con molta facilità e, a volte, per problematiche poco serie, un tempo, esattamente 40 anni fa, non era così. Il 12 maggio 1974, infatti gli italiani furono chiamati a votare per il referendum, che avrebbe confermato o meno la legge sul divorzio (legge Baslini-Fortuna). Come è noto, gli italiani votarono a favore e, da quel momento in poi, il divorzio è diventato possibile anche nel nostro Paese. A distanza di 40 anni da tale referendum, si torna a parlare di riforme sul divorzio.

Infatti, già qualche settimana fa il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha presentato al Senato una proposta di riforma che consentirebbe alle coppie di ottenere la cessazione del matrimonio, rivolgendosi all’avvocato, che ufficializzerà l’atto. Tale modifica sarebbe possibile per le coppie che stanno avviando la separazione di tipo consensuale e che non abbiano figli minori o portatori di gravi handicap. Questo cambiamento, come è facilmente intuibile, permetterebbe al Tribunale di alleggerire notevolmente il carico delle cause che gestisce.

La proposta di Orlando prende spunto dalla Francia, che affida agli avvocati di entrambe le parti la gestione del conflitto di coppia e conduce i coniugi al raggiungimento di un accordo. I francesi, infatti, chiamano tale procedimento, “negoziazione assistita”. Questa idea, in Italia, non è stata ancora accettata, ma è un possibile cambiamento che potrebbe interessare numerose famiglie.

Oltre a tale proposta di riforma, il 14 maggio si aprirà il dibattimento che potrebbe portare alla modifica delle tempistiche necessarie affinché si passi dalla separazione al divorzio. Nel 1987, infatti, fu deciso di migliorare la parte della legge che riguarda gli anni da trascorrere, per cui da 5 divennero 3 e così si applicò la prima riforma in merito. Oggi, il testo si sta nuovamente esaminando e potrebbe essere approvata la modifica che porterebbe al divorzio breve: basterebbe solo un anno di separazione ininterrotta affinché si passi allo scioglimento del matrimonio.

Tutte queste possibili correzioni della legge, se da un lato potrebbero portare ad affrontare con troppa leggerezza la fine del matrimonio, dall’altro potrebbero risolvere delle serie problematiche di coppia, laddove la convivenza mette a repentaglio la vita stessa di un coniuge o, addirittura, di un figlio.

Insomma dal 1974 ad oggi, nonostante l’Italia sia un Paese in cui la presenza e l’influenza della Chiesa è molto forte, sono nati tanti provvedimenti in merito al matrimonio su cui si fonda la nostra società. Questi cambiamenti hanno portato anche ad una modifica del modo di vivere il matrimonio e la famosa frase “finché morte non ci separi” oggi sembra diventata: “Finché il giudice non ci separi”.

(Foto di prima pagina tratta da avantionline.it)

 


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