Felice Rappazzo, docente di letteratura italiana della facoltà di Lingue e Letterature straniere di Catania, risponde a Luciano Modica (Pd) riguardo alla valutazione positiva della riforma che ha introdotto i due livelli di laurea in Italia: 'Altro che buona idea, è una jattura per l'Università'
‘3+2, perseverare diabolicum’
Il senatore Modica, profondo conoscitore dell’Università italiana, visto che è stato Rettore e Presidente della CRUI, tutto contento difende il 3+2 e dice che è stato una buona idea. Riconoscere i peccati, pentirsene e proporsi di non più offendere sono, com’è noto a chiunque abbia frequentato il catechismo, condizioni per l’assoluzione.
Forse il Sen. Modica non ha frequentato il catechismo, e la stessa cosa dev’essere accaduta all’ex-ministro Berlinguer, autore della riforma che porta il nome del suo successore Zecchino e pubblico difensore, va da sé, delle posizioni della ministressa in carica. Ma se l’uno e l’altro ignorano il catechismo, potrebbero sempre rifarsi leggendo l’Antigone di Sofocle, per vedere, se lo vogliono, come andò a finire non ad Antigone ma a Creonte, sordo alle ammonizioni del Coro.
Dalla mia ristretta esperienza di docente di una Università periferica non posso che confermarmi nell’idea che il 3+2, combinato col demenziale sistema dei crediti, sia una vera iattura per l’Università. Il prof. Modica, che è un illustre matematico, potrà spiegare – a differenza di me – perché 3+2 non fa cinque ma spesso sei, sette o otto.
L’Università aveva bisogno di una riduzione delle discipline e di un loro accorpamento? Ecco fatto: io mi sono laureato con 21 esami; gli attuali studenti di Lettere, che del triennio non sanno che farsene, alla fine della specialistica o magistrale che sia avranno sostenuto chi 36, chi 38 esami spezzettati. La miniriforma Mussi è un pannicello caldo, nell’attuale sistema. Caro senatore, o si supera il 3+2, riconoscendo che è stato un errore, o dobbiamo rassegnarci all’eternità della Gelmini e alla distruzione definitiva del sistema pubblico Universitario.