Precari, dubbi sulla legittimità della stabilizzazione  Gli ex Pip non sono dipendenti assunti con concorso

Chi ha tirato un sospiro di sollievo e chi invece per un po’ dovrà ancora trattenere il fiato. Il primo maggio dei circa 18mila precari siciliani interessati dalla legge di stabilità approvata in extremis all’Ars è trascorso così. Il giorno di festa dedicato al lavoro – in una terra dove più di una persona su cinque, un’occupazione, non ce l’ha – si è portato con sé le perplessità che hanno accompagnato le votazioni a sala d’Ercole in tema di stabilizzazione

L’opportunità riguarda innanzitutto i circa 15mila in servizio nei Comuni e società controllate dalla Regione. Per loro, il contratto a tempo indeterminato potrebbe arrivare, dopo anni di attesa, tramite le maglie della legge Madia. La riforma della pubblica amministrazione finora però non è stata recepita a pieno dalla Regione, a partire dalla necessità di realizzare il piano triennale dei fabbisogni, utile a fotografare la discrepanza tra personale in dotazione e i posti a disposizione per fare funzionare al meglio la macchina. In tal senso, ci sarà la necessità per il governo regionale di accelerare ogni iter di adeguamento per evitare brutte sorprese ai precari. 

Il caso che fa più discutere è però quello dei circa 2800 ex Pip. Bacino formato a fine anni Novanta nell’ambito del piano Emergenza Palermo che puntava a dare un’opportunità a categorie socialmente svantaggiate come ex detenuti, ex tossicodipendenti e alcolisti, ragazze madri, i lavoratori nel corso degli anni sono passati da prestare servizio al Comune di Palermo a lavorare per la Regione. Sempre, però, in regime di precariato. Dopo i diversi tentativi fatti di trovare percorsi sostenibili per la loro stabilizzazione, l’Ars lunedì ha votato di fatto l’assunzione degli ex Pip a partire dal 1 gennaio 2019. La soluzione passerebbe grazie al trasferimento alla Resais. La società – istituita nel 1981 per la gestione del personale di Azienda asfalti siciliani (Azasi), Ente minerario siciliano (Ems) ed Ente siciliano per la promozione industriale (Espi) – funziona di fatto come un ammortizzatore sociale, accogliendo anche i dipendenti di altre realtà regionali come l’Ente fiera del Mediterraneo, quelli di consorzio agrari e cantine sociali o il personale dell’Ente Fiera di Messina

Il problema per molti potrebbe stare proprio in questo: gli ex Pip, che dopo averne fatto richiesta entro due mesi dall’entrata in vigore della legge transiterebbero nella Resais, non potrebbero intendersi come personale proveniente da enti in liquidazioni. Né tantomeno la loro posizione lavorativa è frutto di quelle procedure concorsuali che dovrebbero sovrintendere ogni ingresso a tempo indeterminato nella pubblica amministrazione. E così per le migliaia di lavoratori che svolgono mansioni di manutenzione e pulizia tra uffici, ospedali, scuole e altre realtà come le parrocchie, potrebbe presentarsi presto lo spauracchio del controllo della legge di stabilità da parte della presidenza del consiglio dei ministri, che potrebbe stoppare la norma. 

Destinati a scrollarsi di dosso lo stato di precarietà sembrano invece i circa 150 dipendenti della Servizi ausiliari Sicilia (Sas). La partecipata della Regione si occupa di mansioni che vanno dalla pulizia alla manutenzione, passando per la vigilanza. Un emendamento presentato dalla deputata Marianna Caronia ha portato alla decisione di optare per la conciliazione dei contenziosi portati avanti dai lavoratori che ambiscono alla stabilizzazione. La proposta approvata è stata spiegata dalla deputata con Forza Italia e approdata a fine marzo nel gruppo misto con l’esigenza di evitare alla Regione di continuare a soccombere davanti alla giustizia. 

Infine c’è il caso del vivaio Federico Paulsen. Istituito nel luglio del 1885, dopo i danni causati alle piantagioni siciliane dalla fillossera, un parassita, l’ente dipende dall’assessorato regionale all’Agricoltura e si occupa di facilitare la ricostituzione dei vigneti. L’Ars due giorni fa ha dato il la alla formazione di un elenco regionale dei lavoratori da dove si potrà attingere per nuove assunzioni.


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