Pachino, consigliere e mafioso tra tangenti e spaccio Amicizia come presunto gancio per entrare in Comune

«Salvatore Spataro e Salvatore Giuliano sono da considerarsi come una cosa a sé». Da una parte un attuale consigliere comunale di Pachino ed ex assessore al Turismo, dall’altra quello che la prefettura considera «un esponente di spicco della criminalità organizzata locale». Gli investigatori del commissariato locale – guidato dal dirigente Paolo Arena – non hanno dubbi sul legame tra i due, coinvolti nell’indagine Maschere Nude dove sono accusati di concussione: «Sono legati da un vincolo di amicizia e da un rapporto di fiducia». 

Giuliano, attualmente libero ma ex sorvegliato speciale, ha scontato molti anni in carcere per vari tipi di reato che vanno dai delitti contro il patrimonio allo spaccio di sostanze stupefacenti, dall’estorsione all’usura, fino all’associazione mafiosa. Gli investigatori sono convinti che Spataro sia stato il gancio per far entrare Giuliano nell’ambito della passata amministrazione comunale e sarebbe tramite lui che quest’ultimo è stato presentato anche all’ex sindaco di Pachino, Paolo Bonaiuto

I tre, insieme a un altro consigliere attualmente in carica, Massimo Agricola, avrebbero costretto il titolare di una ditta di Floridia che si occupa di effetti e impianti luce, a versare una tangente di diecimila euro in cambio dei servizi da 30mila euro per l’Agosto pachinese del 2012. Una vicenda che avrebbe creato anche qualche attrito all’interno del gruppo. Gli investigatori erano inizialmente convinti che la somma dovesse essere divisa fra tutti e quattro ma, a un certo punto, l’ex sindaco Bonaiuto e il consigliere Agricola avrebbero contattato il titolare della ditta per avvisarlo che quei diecimila euro avrebbe dovuto darli soltanto a loro, perché oramai Spataro non aveva più alcun incarico. Una richiesta che però non sarebbe andata giù al duo Giuliano-Spataro. Così, nel 2014, l’imprenditore sarebbe stato costretto a versare cinquemila euro alla coppia composta dall’ex sindaco Bonaiuto e dall’attuale consigliere comunale Agricola e altrettanti al consigliere Spataro e a Giuliano.

A questi ultimi due vengono contestati due reati: concussione e detenzione e cessione continuata di cocaina, hashish e marijuana. In virtù dei trascorsi criminali di Giuliano, avrebbero avuto dei facili canali di approvvigionamento della droga con Catania, gestendo un loro autonomo spaccio di droga nel territorio pachinese. In passato, secondo le inchieste che lo hanno coinvolto, Giuliano è stato legato al clan Cappello di Catania e in un’interrogazione parlamentare dello scorso settembre del senatore Giuseppe Lumia si legge che «Salvatore Giuliano, grazie alla sua caratura criminale, sarebbe ritornato a delinquere perché investito direttamente dal capomafia del clan Trigila, operante nel versante meridionale della provincia di Siracusa».

Il 2014 è anche l’anno delle ultime elezioni amministrative nel Comune di Pachino. In una nota alla Commissione nazionale antimafia, il prefetto di Siracusa Armando Gradone scrive che «si è avuto modo di verificare un tentativo di infiltrazione dei sodalizi mafiosi nell’apparato amministrativo. Si è in particolare accertato il tentativo non riuscito da parte di Salvatore Giuliano, personaggio di spicco della criminalità organizzata locale, recentemente scarcerato, di fare eleggere un sindaco a lui gradito». 


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