«Oggi il volontariato è per i pensionati, con più tempo libero e sicurezza economica, mentre la vita dei giovani è stretta dalla priorità del trovare lavoro. Sacrificando il percorso umano e umanitario». Per questo serve una nuova modalità di impegno civico che rispecchi la vita di oggi: flessibile e personalizzata. Nasce da questa consapevolezza Volontar-io, […]
Volontariato a misura di giovani: flessibile e online. Il progetto smart del Centro Astalli
«Oggi il volontariato è per i pensionati, con più tempo libero e sicurezza economica, mentre la vita dei giovani è stretta dalla priorità del trovare lavoro. Sacrificando il percorso umano e umanitario». Per questo serve una nuova modalità di impegno civico che rispecchi la vita di oggi: flessibile e personalizzata. Nasce da questa consapevolezza Volontar-io, il progetto del Centro Astalli di Catania e Palermo, con l’istituto Arrupe, finanziato da Fondazione con il Sud. A spiegare il contesto è il coordinatore Oreste Lo Basso. Con un’esperienza supporta dai dati Istat, che posizionano la partecipazione civile dai 45 anni in su. Rendendo necessario un nuovo modo per coinvolgere i giovani tra i 18 e i 24 anni. A partire da un fatto: «Le associazioni non possono attendere di essere trovate, ma devono raggiungere i cittadini dove vivono». Fisicamente – a scuola e all’università -, così come sui social media.
Volontar-io: un progetto che parte dall’esperienza
L’impegno del centro Astalli è quello di affiancare i rifugiati in Sicilia. E da lì parte il primo passo del progetto. Saranno i giovani già attivi nel volontariato, gli Amici del rifugiato, a portare e diffondere Volontar-io in scuole, università e altri luoghi di aggregazione. Attraverso le loro storie di impegno quotidiano e alla portata di tutti. Un modo per stimolare la sensibilità dei coetanei ma anche per fornire e riflettere insieme su com’è possibile mettere al servizio degli altri le proprie passioni e attitudini. «Anche quelle legate ai propri studi – spiega Lo Basso -. Che si tratti di studenti di psicologia e legge o che si sia bravi con la grafica». Il secondo passo è approdare alla community Volontar-io, prevista per fine gennaio 2026. Uno spazio digitale in cui, innanzitutto, conoscersi e confrontarsi. Imparando come si presta davvero assistenza a un rifugiato: dall’ascoltare all’orientare.
La formazione personalizzata dei giovani al volontariato

Quella online sarà una formazione smart. Attraverso del materiale – come dispense o videolezioni -, ma anche informale, basata sul confronto in un luogo digitale. Alla community sarà poi affiancata un’app, per gestire le richieste in tempo reale, senza rigidi turni difficili per chi studia o lavora. Si andrà da un intervento di ascolto al telefono (anche in emergenza) all’accompagnare in un ufficio qualcuno che non parla ancora bene l’italiano o è anziano. «Ma anche la creazione di un contenuto social o l’aiuto a gestire un evento», aggiunge il coordinatore. Piccole attività da incastrare, quand’è possibile, all’interno delle proprie giornate. Per chi, poi, vorrà e potrà fare di più, il terzo passaggio sarà la formazione in presenza: anch’essa prevista intorno a fine gennaio, nelle aule dei centri Astalli di Palermo e Catania. Un modello che, in un futuro, si spera possa essere allargato anche ad altre attività del terzo settore.
Da Palermo a Catania per condividere le buone pratiche
«Uno degli obiettivi è formare i giovani al volontariato con un’azione più capillare e specializzata – commenta Riccardo Campochiaro, presidente del Centro Astalli Catania -. Perché formare cittadini consapevoli e attivi è, oggi più che mai, un impegno al quale non possiamo permetterci di venir meno». Da raggiungere con «nuove prospettive di solidarietà in un mondo che corre sempre più veloce – aggiunge Alfonso Cinquemani, presidente del Centro Astalli Palermo -. Lavorare in sinergia con Catania, poi, ci permette di condividere competenze, metodi e buone pratiche. Per offrire alle nuove generazioni un cammino di crescita serio e strutturato». In cui è coinvolto, proprio per le sue competenze formative, l’istituto di formazione politica Pedro Arrupe. «Il nostro compito sarà orientare i giovani volontari alla lettura del contesto attuale e delle politiche sulle migrazioni a partire dagli equilibri geopolitici, dalle normative nazionali ed europee, dalle criticità e dalle buone pratiche», conclude il direttore, padre Gianni Notari.