Ad avere la peggio è stato un operatore ausiliario che, insieme a due infermieri, prestava aiuto a una donna. «C'è già poco personale, non possiamo anche avere paura di chi dobbiamo assistere», afferma il direttore dell'Asp Aliquò a MeridioNews
Vittoria, violenta aggressione al Pronto soccorso Guzzardi «Picchiati per più di venti minuti. Difficile lavorare così»
«Sono molto arrabbiato, non si può lavorare in queste condizioni. Tre nostri operatori sono stati picchiati anche con aste e sedie per più di 20 minuti. Qualcosa di selvaggio». Non usa mezzi termini Angelo Aliquò, direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Ragusa che a MeridioNews commenta l’aggressione che si è verificata ieri al Pronto soccorso dell’ospedale Guzzardi, a Vittoria. Tutto è iniziato intorno alle 21,30, quando due infermieri e un operatore ausiliario stavano assistendo una donna di origine romena. Secondo quanto racconta Aliquò, la donna non avrebbe ascoltato l’invito degli operatori a rimanere seduta: «Le avevano detto di non alzarsi, lei lo ha fatto ed è caduta – racconta Aliquò – Per questo motivo, il compagno e il figlio che erano con lei hanno cominciato a inveire contro gli operatori, bloccando per un’ora tutto il Pronto soccorso. Hanno preso aste e sedie e si sono scagliati contro il personale con calci e pugni. Subito dopo sono arrivati altri insieme a loro a dare manforte. Molti dicono che l’aggressione è avvenuta perché non c’erano posti. Ma non è così».
A seguito dell’aggressione, i due infermieri sono stati medicati: per loro la prognosi è di 15 giorni. Mentre, ad avere la peggio è stato l‘operatore ausiliario, che ha riportato delle fratture alle costole. «L’operatore ha avuto anche un trauma cranico e trauma toracico – continua Aliquò – Non è in pericolo di vita, fortunatamente, ma è difficile lavorare così. Dobbiamo fare i conti con la mancanza dei medici, ce n’è soltanto uno per turno, siamo in pochi. Se poi gli operatori devono avere paura anche di coloro che devono salvare, siamo al paradosso insopportabile». A riportare la calma sono stati i carabinieri, che hanno fermato i due. Il compagno della donna, un 43enne, è stato denunciato per minacce e lesioni. Lo stesso provvedimento ha riguardato il figlio, minorenne, della donna. La sua posizione verrà giudicata dal tribunale dei Minori di Catania. «Tutto è stato ripreso dalle telecamere -conclude Aliquò – Sperando nel frattempo che i nostri operatori si riprendano al più presto».