Vittoria, tagliare i gettoni dei consiglieri «La politica si può fare anche gratis»

Scelta in controtendenza al Comune di Vittoria, che nella seduta di ieri ha approvato un emendamento presentato dall’opposizione che modifica in maniera significativa il regolamento comunale. E’ abolito il cosiddetto gettone, sia per le sedute del consiglio comunale che per le commissioni, cancellata anche l’indennità del presidente del consiglio comunale. A comunicarlo sono gli stessi consiglieri. Una decisione che arriva dopo mesi di scandali soprannominati Gettonopoli in diverse città siciliane: da Agrigento ad Acireale. 

Secondo Giovanni Moscato di Fratelli d’Italia, firmatario dell’emendamento, già prima di questa svolta, le spese del Comune per i consiglieri erano minime. «Abbiamo quattro commissioni che si riuniscono due volte al mese; il consiglio comunale si riunisce una volta a settimana e garantiva un gettone di presenza di circa 35 euro. Personalmente io ho avuto un guadagno di 1.500 euro l’anno, una somma irrisoria». La maggioranza Pd in consiglio si è opposta alla modifica del regolamento che dovrà essere approvato nella nuova versione. 

In attesa dell’ultimo passaggio, Moscato ha comunicato di aver rinunciato al suo gettone di presenza durante l’ultima seduta. «L’ho annunciato in consiglio – spiega a Meridionews – è una mia scelta personale, gli altri consiglieri hanno comunque firmato la proposta». Il consiglio vittoriese si è espresso per l’abolizione di ogni forma d’indennizzo anche con il sostegno di una parte della maggioranza: «Al momento della votazione alcuni esponenti della maggioranza sono usciti – continua il consigliere – in aula sono rimasti solo quattro rappresentanti del Pd che si sono opposti». 

Muscato ha spiegato le motivazioni che hanno spinto lui e i consiglieri Andrea Nicosia, Mariella Galofaro, Giuseppe Mustile, Daniele Barrano, Santo Cirica, Francesco Caruso, Salvatore Sanzone e Andrea La Rosa a rinunciare alla retribuzione: «Non stiamo dietro a logiche populistiche, io e miei colleghi siamo tutti lavoratori, non viviamo grazie ai mille auro del gettone. La nostra è un’operazione di trasparenza». Nonostante la maggioranza. «Ci hanno chiesto di ritirare l’emendamento, ma noi siamo andati avanti nella nostra strada – ha specificato Moscato – la politica può essere anche fatta a titolo gratuito». Ai consiglieri, almeno a quelli che hanno un’altra occupazione, resterebbero comunque i rimborsi, cioè le somme che il Comune paga ai datori di lavoro per i giorni di assenza legati all’attività politica. 

Non ne potranno godere i lavori in proprio, come il consigliere, di professione artigiano, Elio Cugnata. «Il grillismo ha distrutto la politica – ha dichiarato il neo assessore all’Anagrafe e Tributi del Megafono – noi siamo un comune virtuoso. Personalmente con il gettone non racimolavo neppure 300 euro al mese. E’ vero che la politica è servizio, ma è giusto che chi sacrifica il proprio lavoro per farla ottenga un emolumento». Cugnata considera l’approvazione dell’emendamento uno «schiaffo alla democrazia» e la concretizzazione del rischio che senza un rimborso «la politica sia un’attività solo per i colletti bianchi». «Il gettone è giusto – ribadisce il consigliere – io faccio l’artigiano e nessuno mi risarcisce quando lascio il mio lavoro per andare in Consiglio». 

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