Vittoria, l’autoporto a rischio incompiuta Garantirebbe regole e controlli al mercato

In tempi di crisi, nulla può andare perduto. Il timore di molti è che l’autoporto di Vittoria possa essere l’ennesima opera pubblica mai completata. Considerata struttura di importanza fondamentale per l’economia del territorio ibleo, dovrebbe far parte dell’interporto. Quest’ultimo, secondo i piani logistici, costituito anche dall’aeroporto di Comiso e dal porto di Pozzallo. L’autoporto rappresenterebbe il terzo nodo e consentirebbe la creazione di una piattaforma di trasporto intermodale per la commercializzazione delle merci della Sicilia sud-orientale. 

L’autoporto, la cui completa realizzazione sembra lontana, potrebbe garantire nuovi posti di lavoro. Al suo interno sono previste, oltre i depositi per la merce, un albergo diurno, officine e lavaggi. Consentirebbe di decongestionare il traffico nel circondario di Vittoria e del suo mercato ortofrutticolo, tra i più importanti del Mezzogiorno. Inoltre aprirebbe la possibilità a trasporti interni ridimensionati e concentrerebbe gli autoarticolati in un unico punto nodale. Tra i sostenitori della struttura, anche imprenditori di piccole aziende di autotrasporti. L’opera, per loro, è fondamentale. E lanciano un appello per tenere alta l’attenzione. Convogliare la mobilità delle merci in unico centro renderebbe più facile i controlli, per le forze dell’ordine. 

Da dieci anni, però, si attende che la struttura di contrada Crivello venga realizzata. Nel 2005 il comune di Vittoria approva la variante al piano regolatore per iniziarne la progettazione, che viene accolta dagli uffici palermitani. Nel piano dei finanziamenti regionali è uno dei sette autoporti previsti in Sicilia. Per anni si procede a rilento, tra progettazioni, promesse e consequenziali attese di conferme sulla reale copertura economica di un’opera pubblica che costerà complessivamente oltre 25 milioni di euro

Nel gennaio del 2010 viene bandita la gara d’appalto, aggiudicata dal Consorzio stabile Galileo (con sede a Vittoria). L’offerta della società presenta un ribasso del 43 per cento sull’importo di partenza, considerato dall’assessorato regionale ai Lavori pubblici «superiore alla soglia di anomalia del 38,7 per cento». Ma si va avanti. Nel novembre del 2011, con otto mesi di ritardo rispetto alla previsione, iniziano i lavori, inaugurati dalla giunta cittadina, sorridente in favore delle telecamere. Sarebbero dovuti essere consegnati in due anni. Ne sono passati tre e mezzo, ma l’opera è ancora incompleta. 

Già tra i primi sostenitori del progetto, la Cna (Confederazione Nazionale Artigiani e Piccola e Media Impresa) ha seguito con attenzione l’intera vicenda, denunciando pubblicamente la lentezza ed un seguente arresto dei lavori all’inizio di quest’anno. Questa mattina hanno organizzato una manifestazione davanti al cancello del cantiere, chiarendo le motivazioni che avrebbero indotto la ditta ad interrompere la costruzione, legati alla bocciatura da parte del Comune di una variante proposta dall’azienda.

Nei giorni scorsi, al comune di Vittoria, il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Filippo Cavallo ha incontrato il rappresentante del consorzio Galileo, Giuseppe Ingallina. Hanno discusso della variante (la seconda) al progetto: un cambio di materiale del manto stradale – da bitume ad un misto di cemento – proposto dalla società di costruzione, che non è stato approvato dall’ente pubblico. I toni non sembravano distesi. Ingallina ha dichiarato di «volere tutelare l’impresa, attraverso i modi concessi dalla legge stessa». Anche qualora non si aprisse un contenzioso, la ripresa dei lavori potrebbe non essere imminente. Una prima variante era stata già accolta, con un aumento dei costi di centomila euro. La seconda viene invece bocciata e i lavori si fermano

Giuseppe Santocono, presidente provinciale del Cna, critica aspramente il meccanismo delle varianti progettuali. «Sono l’unica possibilità che consente di guadagnare, dopo una gara vinta con un tale ribasso», spiega. Una tesi in linea con quella espressa a gennaio dal presidente dell’autorità anti-corruzione Cantone sugli appalti vinti con massimi ribassi.

Forse c’è qualcuno che non vuole la realizzazione dell’autoparco a Vittoria. Potrebbe essere più conveniente, per altri interessi e non per la comunità vittoriese, lasciare la struttura in abbandono e poi, tra qualche anno, farla rilevare da una grossa azienda privata – magari già forte nel regime oligopolistico dei trasporti su gomma.


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