Vita da precari, trasferiti 61 Co.co.co. della scuola «Mobilità coatta senza preavviso, è paradossale»

Sono passati circa vent’anni da quando oltre 200 lavoratori Co.co.co. ex Lsu della provincia Palermo sono stati assegnati alle scuole con funzioni di personale Ata. Invece della tanto agognata stabilizzazione, per alcuni di loro è arrivata la mobilità. Gran parte dei 61 co.co.co della provincia di Palermo, residenti sulle Madonie, saranno spostati in altre sedi, spesso molto lontane da dove lavorano adesso. «Questa situazione da noi è vissuta malissimo  – spiega la precaria Valeria Amato – perché la nostra è una tipologia contrattuale atipica, si tratta di un contratto di tipo privato e non dovremmo potere subire la mobilità e un trasferimento coatto, imposto in base a una normativa che si applica invece a personale di tutt’altra tipologia. Senza preavviso, senza tutele e con uno stipendio bloccato dal 2001, senza nessun beneficio da quando la Comunità europea ha tolto quei piccoli contributi che dava». 

La Amato questa volta non fa parte dei 61 obbligati a cambiare sede ma le rinunce e la vita decennale da precaria hanno fatto sì che non avesse dubbi quando ha deciso di protestare al fianco dei suoi colleghi, costretti da un giorno all’altro a cambiare drasticamente la propria vita. «Continueremo a protestare.È una situazione paradossale. Persone che vivono Prizzi o a Corleone sono state costrette a viaggiare fino a Partinico e a Bagheria». Qualcosa era già nell’aria, infatti le proteste sono cominciate già all’inizio del mese scorso. Il 4 agosto, davanti al Provveditorato di via San Lorenzo, 250 lavoratori co.co.co in servizio da vent’anni presso le segreterie scolastiche statali, con funzione di assistente amministrativo, coinvolti contrariamente alle attese nei processi di mobilità territoriale, avevano protestato. Accanto a loro le organizzazioni sindacali, Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uil Uiltemp. Proprio dal Miur i sindacati avevano ricevuto rassicurazioni che la “mobilità” non sarebbe scattata in presenza di figure precarie e non di dipendenti. Invece dal Provveditorato anche quest’anno sono sono arrivati per i co.co.co. palermitani le lettere di trasferimento.

La Amato ripercorre i suoi anni da precaria vissuti con «disagi enormi, senza stabilità e senza avere un posto stabile nel’organico delle scuole. Siamo sobbarcati di lavoro, perché col tempo il personale di ruolo è invecchiato inevitabilmente. Quindi si può dire che le scuole siano nelle nostre mani ma non abbiamo tutele di nessun tipo. Non ci hanno mai dato la possibilità di spalmarci per cercare di avvicinarci di più alle nostre famiglie. Fino a quando è stato comodo, è stato così». Amato spiega di essere tra i più giovani «ho 51 anni, la maggior parte degli altri colleghi ormai hanno oltre 60 anni. Abbiamo uno stipendio che è sotto i mille euro. Non avremo mai una buona uscita. Fino ad ora, dopo venti anni, ho maturato una pensione di 284 euro. Non ho riconosciuto alcun diritto in caso di lutto: quando ho perso mio padre ho dovuto prendere giorni di ferie».

Ieri all’improvviso «questi trasferimenti e questa mobilità che non ci riguarda in quanto i nostri contratti sono di tipo parasubordinato, di natura autonoma, quindi come se fossero collaborazioni stipulate solo con il dirigente scolastico. Una situazione assurda, alla quale non possiamo sottrarci». La comunicazione, racconta la Amato, è arrivata intorno alle dieci del primo settembre, lo stesso giorno in cui dovevano avvenire i trasferimenti: «Già alle dieci e mezza c’erano dei colleghi che dovevano presentarsi nelle nuove sedi. Molti non sono potuti andare». Il provveditorato ha stilato una graduatoria provvisoria che dovevano stilare le scuole, spiega ancora la lavoratrice,  «che hanno poi dichiarato definitiva senza concedere il tempo necessario per un reclamo o per un ricorso. Quando nelle scuole arriva una riduzione organico chi perde il posto sono per primi  i co.co.co». 

Le organizzazioni sindacali Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp Uil riferiscono in una nota di aver appreso, con una mail inviata dal Provveditorato, della pubblicazione della graduatoria definitiva della mobilità. Non si tratta di un elenco provvisorio di trasferimenti ma di una graduatoria definitiva stabilita, denunciano le sigle, senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali. «Riteniamo inaccettabile questo comportamento da parte del Provveditorato. La mobilità per questa tipologia di lavoratori precari non è contemplata: ma in Sicilia ogni anno questo problema ritorna – dichiarano in una nota congiunta Laura Di Martino e Giuseppe Oliva per Nidil Cgil, Francesco Amato per Felsa Cisl e Maria Tornabene per Uiltemp – Per questi lavoratori si dovrebbe parlare soltanto di un percorso dovuto di stabilizzazione, e non di situazioni che aggravino la loro già precaria condizione lavorativa ed esistenziale. Metteremo in campo ogni azione volta a tutelare i diritti dei collaboratori scolastici». I sindacati hanno annunciato azioni di protesta.


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