«I tagli? Sono una necessità storica davanti alla crisi che ha investito il Paese. E’ evidente che non ci sono più le risorse di un tempo e anche il settore culturale deve dare il suo contributo». Costantino Visconti, membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione orchestra sinfonica siciliana, non si unisce al coro indistinto delle critiche nei confronti del Governo Crocetta, reo di aver sottratto fondi ai teatri e alla fondazioni nell’ultima Finanziaria.
«Negli ultimi quindici anni – dice a Meridionews – abbiamo assistito ad erogazioni nei confronti delle istituzioni culturali, a pioggia, quasi a fondo perduto e in maniera indifferenziata». Una pratica frutto di una cattiva politica, ma anche di un cattivo sindacato. «Teatri e fondazioni sono diventate uno stipendificio. Un esempio? Alla Foss, unico caso nel mondo, ci sono 80 orchestrali e 50 amministrativi, 35 dei quali assunti in due anni. Tra loro c’erano anche figli di sindacalisti».
Il messaggio è chiaro. Per presentarsi come «interlocutori credibili» davanti alla politica e batter cassa, anche le parti sociali devono fare autocritica. «Oggi non è più possibile difendere posizioni indifendibili, né si può continuare con gli sperperi realizzati nel passato quando le istituzioni culturali erano considerate il bancomat della politica. I lavoratori devono rinunciare a privilegi che l’austerità del momento non consente e occorre anche intervenire sul fronte di una riduzione del costo del lavoro».
Ma la capacità di autocritica del sindacato, per Visconti deve andare di pari passo con la presa di coscienza della politica che la strada dei tagli lineari non è la panacea di tutti i mali. «Trovo sorprendente – dice ancora – che tutto il dibattito sia incentrato sulla quantità delle erogazioni e non metta al centro gli equilibri delle risorse in condizioni di ristrettezze». A spiegare il suo punto di vista è lo stesso Visconti. «La Foss è l’unica orchestra sinfonica che esiste in Sicilia. Un patrimonio che ci viene invidiato in tutto il mondo, una ricchezza che va salvata. Mi sarei aspettato un trattamento diverso». Il riferimento è ai tagli contenuti nella Finanziaria 2015.
Secondo Visconti, insomma, «andrebbero privilegiate le attività delle istituzioni regionali in senso stretto, che ‘servono’ tutto il territorio regionale. I tagli, invece, ci hanno grandemente penalizzati, ma io non batto cassa. Al contrario pongo un problema più generale: occorre attivare meccanismi virtuosi. Alla politica dico: la Foss non può essere trattata al livello di un’istituzione cittadina, va considerata la sua mission che è, lo ripeto, regionale. C’è la necessità di una programmazione delle politiche culturali e di guardare alla cultura non come una produzione a perdere, ma come un volano di sviluppo».
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