Violenza maschile sulle donne: Catania rinnova coesa le politiche integrate di contrasto e accoglienza

Il rinnovo del protocollo che istituisce e guida la Rete Antiviolenza Etnea arriva a conclusione di un lungo lavoro sinergico tra l’associazione Thamaia Onlus, ente capofila, e le oltre 20 istituzioni territoriali che stamattina (17 giugno) hanno sottoscritto il documento nella Sala Consiliare di Palazzo Minoriti a Catania. Durante l’ultimo anno infatti, tutti gli enti firmatari hanno collaborato con il Centro Antiviolenza Thamaia per aggiornare il testo interistituzionale alla luce dei cambiamenti normativi e sociali degli ultimi vent’anni, confermando più che mai l’obiettivo cardine delle politiche integrate per l’accoglienza alle donne che subiscono violenza maschile.

«L’azione sinergica tra centro antiviolenza, istituzioni giuridiche, forze dell’ordine, enti sanitari e organizzazioni sociali è il metodo più efficace per rispondere a un fenomeno sociale così complesso e strutturale – ha spiegato la presidente di Thamaia, Anna Agosta – Fin dalla sua nascita nel 2008, la Rete Antiviolenza della Città Metropolitana di Catania va oltre l’impegno formale e continua a dimostrarsi negli anni un sistema solido e operativo per proteggere le donne e accompagnarle nel loro percorso di uscita dalla violenza, dal primo intervento fino al sostegno psicologico e legale, inclusa la protezione per i figli minorenni».

Le azioni in programma

Le attività previste dal protocollo sono varie e numerose: ciascun organismo s’impegna con azioni di propria competenza allo scopo di integrare i servizi con quelli degli altri enti. Tutti s’impegnano – su impulso e coordinamento di Thamaia – a raccogliere e condividere dati sul fenomeno della violenza di genere, partecipando alla ricerca di informazioni sul tema. Non solo, tutti gli aderenti partecipano ad attività di formazione e sensibilizzazione rivolte agli operatori e alle operatrici della Rete, nonché alla comunità, al fine di riconoscere meglio i segnali di violenza e prevenire episodi di vittimizzazione secondaria, in cui le donne non vengono credute o trattate con giusto rispetto.

Le istituzioni aderenti
Nel suo quasi ventennio di attività la Rete si è evoluta in linea con la Convenzione di Istanbul e si è arricchita di nuovi importanti partner, come dimostra l’ingresso della Città Metropolitana di Catania e del Tribunale ordinario, ufficializzato in contemporanea alla firma del protocollo rinnovato.

«Oggi scriviamo una pagina importante di unità istituzionale – ha dichiarato il sindaco Enrico Trantino, in rappresentanza della Città Metropolitana e del Comune di Catania – Con questo documento dimostriamo che le istituzioni sono compatte nel dare risposte concrete a un problema grave, affrontando insieme limiti e ostacoli. Mai come ora la città è così coesa. È fondamentale, con l’aiuto delle associazioni, garantire sostegno e protezione a tutte le donne che ne hanno bisogno, in un contesto segnato da forti fragilità e da troppi episodi di violenza domestica». «Registriamo un numero crescente di ricorsi legati a casi di violenza domestica, che impegnano fortemente i colleghi nelle indagini – ha affermato Rosario Cupri, delegato del presidente del Tribunale di Catania F. Mannino – Si tratta spesso di far emergere situazioni di sofferenza che restano nascoste per paura o vergogna: molte donne, isolate, preferiscono il silenzio alla denuncia. Questo protocollo è uno strumento prezioso perché ci permette di collaborare in modo coordinato e offrire una rete di protezione concreta, indispensabile per affrontare situazioni gravi che hanno conseguenze pesanti anche sui figli».

Hanno inoltre firmato il protocollo: il presidente del Tribunale per i Minorenni di Catania Roberto Di Bella, il procuratore capo di Catania Francesco Curcio, la procuratrice per i Minorenni Carla Santocono, il questore Giuseppe Bellassai, il dirigente del Centro Operativo Sicurezza Cibernetica – Polizia Postale – per la “Sicilia Orientale” Marcello La Bella, il comandante provinciale dei Carabinieri gen. Salvatore Altavilla, la responsabile dell’Ufficio Servizio Sociale Minorenni Roberta Montalto, la dirigente dell’Ufficio Distrettuale Esecuzione Penale Esterna Maria Pia Fontana, il direttore generale ASP di Catania Giuseppe Laganga Senzio, il direttore sanitario dell’AOU Policlinico “G. Rodolico – San Marco” Antonio Lazzara, il direttore dell’AO Cannizzaro Salvatore Emanuele Giuffrida, il direttore dell’ARNAS Garibaldi Giuseppe Giammanco, la presidente del Comitato unico di garanzia dell’Università di Studi di Catania, delegata del Rettore, Germana Barone, il dirigente dell’Area Territoriale di Catania – Ufficio Scolastico Regionale Emilio Grasso, il sindaco di Misterbianco Marco Corsaro, il sindaco di Motta Sant’Anastasia Antonio Bellia, il sindaco di Paternò Nino Naso, l’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Adrano Salvatore Coco, il presidente della Cooperativa Sociale “Marianella Garçia” Giuseppe Scionti, il presidente dell’associazione Lhive – Diritti e Prevenzione Luciano Nigro.


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