L'associazione antiracket etnea prende posizione sull'aggressione all'ispettore di polizia municipale Luigi Licari, attualmente ricoverato all'ospedale Cannizzaro di Catania dopo essere stato colpito alla testa con un casco da un commando non ancora identificato. «Realisticamente, quei barbari resteranno impuniti», dicono
Vigile urbano picchiato, Addiopizzo scrive al sindaco «Dialoghi con il ministro, serve certezza della pena»
«La vile aggressione all’ispettore Luigi Licari, al pari di quelle che si sono verificate negli ospedali cittadini, non può essere derubricata semplicisticamente come un problema di ordine pubblico. È inutile militarizzare il territorio se l’attuale normativa risulta palesemente inadeguata». L’associazione antiracket Addiopizzo scrive al sindaco di Catania. E lo fa con una nota rivolta direttamente al sindaco Enzo Bianco, con un riferimento al coinvolgimento – auspicato dal primo cittadino etneo – dei ministro dell’Interno Marco Minniti, la cui presenza sarebbe stata richiesta alla prima riunione del Comitato metropolitano per la sicurezza. «L’interlocutore – scrive Addiopizzo – non può e non deve essere solo il ministro Minniti».
Dopo i fatti di via del Rotolo sono in molte le associazioni e gli esponenti politici che hanno manifestato la propria solidarietà al componente del corpo della polizia municipale di Catania. Preso a colpi di casco in testa da un commando di persone non ancora identificate, che gli hanno causato una emorragia cerebrale per il quale il dipendente comunale è ricoverato all’ospedale Cannizzaro di Catania, costantemente monitorato dai medici. Adesso a intervenire sulla questione è anche la più nota delle associazioni antimafia isolane, che riprende il tema della certezza della pena, per il quale gli attivisti avevano lanciato una petizione ad aprile 2016. Chiedendo poi, un anno dopo, anche l’interessamento del ministro della Giustizia Andrea Orlando.
«Da lei, signor sindaco – continua Addiopizzo – ci aspettiamo che, per onestà intellettuale, spieghi ai suoi cittadini che i necessari sforzi per aumentare la sicurezza e il controllo del territorio rischiano di essere, se già non lo sono, del tutto inutili se non accompagnati da una legislazione severa in tema di certezza della pena». Un riferimento va poi all’affermazione del vicesindaco Marco Consoli, che sul suo profilo Facebook aveva annunciato: «Saremo spietati con il branco». «Realisticamente questi barbari resteranno impuniti e il loro auspicato arresto sarà solo un panno caldo che non contribuirà a dissolvere il senso di sfiducia che attanaglia i cittadini onesti – replica l’associazione – È evidente che non si tratta di un problema di giustizia, quanto piuttosto di un problema politico».
La richiesta al primo cittadino Bianco, ex ministro dell’Interno, è chiara: «Dialoghi con il ministro Orlando. Le chiediamo, signor sindaco, di fare parte dei quei tremila cittadini che hanno già sottoscritto la petizione, dando un significato concreto e tangibile alla sua indignazione di fronte a fatti ignobili come questo che ha coinvolto l’ispettore Licari». Di più: «Ci aiuti a fare sentire la voce delle vittime e dei cittadini – conclude la lettera – Diversamente, ogni auspicio rischia di essere solo retorica e ogni azione locale rischia di diventare perfettamente inutile a fronte di un sistema processuale e penitenziario che sta andando, sotto questo aspetto, alla deriva».