Viadotto Himera, Ordine ingegneri inascoltato «Già detto undici mesi fa che si poteva riaprire»

«Resta però una certa amarezza perché questo risultato, a nostro avviso, si sarebbe potuto raggiungere molto prima se la direzione regionale Anas avesse dato regolare attuazione all’intesa sottoscritta con l’Ordine degli Ingegneri a fine maggio dell’anno scorso». Non usa giri di parole il presidente dell’Ordine degli ingegneri di Palermo, Giovanni Margiotta, commentando la notizia della riapertura del viadotto Himera che si svolgerà domani alla presenza del premier Matteo Renzi. Un annuncio che ieri non ha mancato di suscitare alcune perplessità, in relazione, soprattutto, all’utilizzo di toni trionfalistici. Il tratto in questione, infatti, in un primo momento non doveva essere abbattuto, a differenza del viadotto gemello in direzione Palermo-Catania. Dopo il sopralluogo dei tecnici dell’Anas, si è deciso invece di eliminare anche questo tratto per motivi di sicurezza. Ieri, infine, il dietro front e quindi l’annuncio. 

«La riapertura del viadotto Himera della A19 in direzione CataniaPalermo è un fatto importante per la mobilità regionale – prosegue – soprattutto per i risvolti positivi che avrà sull’economia siciliana. Il buonsenso ha prevalso, e ne va dato atto al ministro Delrio e al presidente di Anas Gianni Armani che, con atteggiamento di autentica apertura, hanno preso in considerazione il nostro invito a non demolire la carreggiata e ad accertarne l’efficienza». Scelta che secondo Margiotta conferma la validità di quanto affermato oltre 11 mesi fa nella lettera inviata a tutte le istituzioni, cioè che il viadotto non direttamente coinvolto nella frana poteva essere riaperto al transito dopo le opportune indagini tecniche, per le quali non erano necessari tempi lunghi, e che era infondata l’idea di demolirlo, avanzata a caldo dai funzionari di Anas Sicilia in assenza di qualsiasi verifica. 

«Rinnoviamo il nostro apprezzamento – aggiunge  – per la sensibilità mostrata dal ministro Delrio e dai vertici nazionali Anas nell’ascoltare le osservazioni provenienti da professionisti che conoscono il territorio e nel voler poi convertire questo momento di dialogo in una cooperazione istituzionale il cui obiettivo era accelerare i tempi per ripristinare la continuità viaria, sfruttando anche i poteri emergenziali del commissario nominato dal governo».


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