Via Gisira, stop del Comune alla discoteca I titolari: «Vogliono che la strada resti vuota»

La discoteca Super Cinema Vittoria di via Gisira deve fermarsi. Lo ha deciso questa mattina il Comune di Catania, con un’ordinanza che accoglie le lamentele dei residenti della zona. I quali, sin dalle prime settimane d’apertura del locale — che è stato inaugurato lo scorso ottobre —, avevano levato gli scudi contro i forti rumori. Adesso a dare ragione agli abitanti c’è un’ordinanza della giunta etnea, con la quale si diffida la proprietà «dal proseguire l’attività», finché non avrà provveduto ad adempiere «alle prescrizioni intimate e ad eliminare gli inconvenienti lamentati nel pieno rispetto della normativa vigente». «A noi ancora non è stato notificato niente», replica Antonio Guarnera che, insieme al figlio Edoardo e al direttore artistico Alessandro Scardilli gestisce l’ex cinema trasformato in sala da ballo. «I residenti ci hanno fatto la guerra fin dall’inizio. Forse vogliono che la via rimanga com’era prima: vuota, senza vita, con un’orinatoio a cielo aperto all’angolo».

I problemi per la discoteca Super Cinema Vittoria erano cominciati a dicembre, quando i residenti avevano iniziato a parlare di «ripetuti schiamazzi notturni e scene di disordine, il tutto accompagnato dal frastuono della musica che fa vibrare i muri delle abitazioni circostanti disturbando il sonno fino alle 4 del mattino». A raccogliere questa istanza era stato, da subito, il circolo del Partito democratico del centro storico. «Molti abitanti a proprie spese, stanno provvedendo ad insonorizzare le abitazioni sostenendo costi notevoli, non tutti però sono nelle condizioni economiche di poterlo fare», aveva detto Adele Palazzo, la segretaria del circolo. Alcuni giorni dopo, la discoteca di via Gisira era stata sanzionata dalla polizia. Non per il rumore, bensì per alcune violazioni amministrative. Adesso, lo stop del Comune: «Abbiamo verificato che la discoteca creava eccessivi disagi, contravvenendo alle norme», afferma il primo cittadino Enzo Bianco. 

Ma i gestori del Super Cinema Vittoria si difendono: «Abbiamo fatto oggi altre prove fonometriche. Abbiamo chiesto ai residenti che si lamentavano di fare delle verifiche anche all’interno delle loro abitazioni, per capire di preciso da dove possano venire i rumori e provvedere a sistemare la situazione. Perché dalle analisi che abbiamo fatto finora risulta tutto in regola», sostiene Antonio Guarnera. «Purtroppo, però, chi vive nella zona non ci ha mai dato questa disponibilità. Alcuni hanno espresso le loro riserve, e così non ci è facile intervenire. Capisco il tono battagliero, ma le critiche non sono state costruttive», prosegue. Da Palazzo degli elefanti, però, una nota durissima sottolinea le presunte mancanze del locale: «La direzione Ecologia e ambiente nello scorso mese di febbraio aveva intimato alla ditta di produrre una relazione comprovante la realizzazione di una serie di interventi di insonorizzazione atti ad eliminare la causa del superamento dei valori acustici all’interno delle abitazioni limitrofe al locale», si legge nel comunicato diffuso alla stampa. La relazione avrebbe dovuto essere prodotta entro 30 giorni dalla data di notificail 21 febbraio — ma ancora non ce n’è nessuna traccia. «A me risulta che avessimo tempo fino al 3 aprile — risponde Guarnera — Infatti oggi facciamo gli ultimi controlli, domani la finiamo di scrivere e la consegniamo, è tutto pronto. Nel frattempo, abbiamo fatto installare delle doppie porte per spezzare il rumore, oltre alle normali coperture fonoassorbenti. I lavori finiranno entro sabato». 

Secondo il Comune, però, non c’è neanche il «certificato di agibilità, che è stato richiesto solo il 25 marzo 2015». E, perfino nel modello della Dia (denuncia di inizio attività) sanitaria, «gli estremi dello scarico che sono lì riportati sono stati aggiunti a penna successivamente». «Questo è normale — si difende il gestore — Quando viene presentata la Dia, gli uffici competenti fanno i loro rilievi. E verificano se ci sono cose che mancano e altri documenti da richiedere. Mancava una certificazione sullo scarico fognario, l’abbiamo ottenuta e fatta protocollare». Come pure il certificato di agibilità, «che abbiamo creduto già ci fosse, visto che il posto era un cinema». La direzione Ecologia e ambiente segnala, inoltre, che «non risulta che siano stati presentati sia i progetti relativi al risparmio energetico, sia quelli per gli impianti». «Ma certo che gli impianti sono a norma, abbiamo anche la certificazione dei vigili del fuoco», arringa Guarnera.

A tutte le segnalazioni del Comune, però, se ne aggiunge un’altra, quella relativa al tetto della struttura. Di amianto, come già segnalato dai residenti mesi fa. «La relazione dell’Asp di Catania attesta con ragionevole certezza la presenza di coperture di cemento-amianto e ne ha disposto la bonifica e la messa in sicurezza», scrive l’amministrazione etnea. «Il tetto è della proprietà, non ne rispondiamo noi che affittiamo — afferma Antonio Guarnera — La verità è che vogliono farci chiudere. Infatti, alle riunioni di dialogo con il comitato di cittadini non si è mai presentato nessuno, a parte i consiglieri di municipalità. Invece di aggredirci bastava parlare tranquillamente. Noi non vogliamo dare fastidio a nessuno, non vogliamo rovinare il sonno delle persone né la quiete pubblica. Vogliamo pesare il meno possibile». Continuando a lavorare in via Gisira. «Non apriamo neanche tutte le sere e, quando lo facciamo, abbiamo circa 18 persone, regolarmente pagate con i voucher. Abbiamo in programma di fare i contratti a tutti, ma con questa situazione, in cui un giorno sì e un giorno no tentano di farci chiudere, non possiamo ancora farlo». 

«I proprietari della pizzeria qua davanti ci dicono che i loro incassi aumentano del 50 per cento quando noi facciamo una serata. Perché la gente va a mangiare lì e poi a ballare da noi. Lo stesso in un altro locale poco distante. Quando abbiamo ospiti, li facciamo alloggiare nei bed and breakfast della zona, sempre con l’obiettivo di portare lavoro in quest’area». Secondo Guarnera, via Gisira potrebbe diventare «una nuova via Santa Filomena». «Che cosa abbiamo fatto di sbagliato? Portare gente in questo posto che prima era isolato? Se ci danno altre prescrizioni, saremo ben lieti di rispettarle. Purché siano normali. Altrimenti — annuncia — se avranno l’unico obiettivo di renderci la vita impossibile, faremo ricorso».  


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