Via Furnari, ultimatum del Comune di Catania  «Entro un mese dovranno trovarsi una casa»

In
via Furnari gli accessi da via Caronda dalle prime ore del mattino sono bloccati. È in corso lo sgombero degli abitanti dell’immobile al civico 31. Un palazzo da abbattere, dichiarato in condizioni pericolose da due perizie, una di parte realizzata dal costruttore di un edificio nelle vicinanze e la seconda dei tecnici coinvolti dal Comune. «Le macchine si fermano, le persone ci guardano. Pare chissà che stiamo facendo», lamenta una donna con il nipote di quattro anni accanto a sé. «Tutta sta fudda manco pi Ercolano!», esplode la signora Maria. Per tutta la mattina la domanda è una sola: «Cosa succederà domani?». Per gli ormai ex abitanti è stato disposto il trasferimento in strutture alberghiere per un mese e poi il pagamento di un bonus da 250 euro come agevolazione per un affitto. Da trovare con regolare contratto.

L’ordinanza di sgombero «è stata firmata per motivi di
incolumità pubblica», afferma il vicesindaco Marco Consoli. «Il rischio crollo è concreto e vanno tutelate sia le famiglie che si trovavano all’interno sia i residenti e i passanti delle vie limitrofe». Il provvedimento riguarda i 22 nuclei familiari «che occupavano abusivamente l’immobile – aggiunge Consoli – È stato possibile procedere allo sgombero solo dopo la denuncia presentata dai proprietari». Ma le versioni sono differenti, come spiegano gli ex residenti. «Alcuni sono in nero, alcuni in affitto. Altri hanno delle carte con gli accordi», sostiene uno di loro, Carmelo Granieri. «Non si può parlare di occupanti, a quanto sappiamo nessuno ha ricevuto una denuncia per occupazione di immobile», fa eco Matteo Iannitti di Catania bene comune. «Il curatore fallimentare, nominato dal tribunale, negli anni ha stipulato anche dei contratti, ma poi è scomparso nell’aprile 2014. Da quel momento non hanno più pagato».

Secondo il vicesindaco l’ultimo decreto che obbligava gli inquilini di liberare l’edificio è stato notificato a
ottobre. «Da allora abbiamo cercato una mediazione per evitare l’intervento della forza pubblica – continua Consoli – Ma gli occupanti non hanno voluto sentire ragioni. Nessuno ha chiesto il trasferimento. Convinti dai loro avvocati di potere presentare nuovamente ricorso al Tar e vincerlo sostenendo di essere in grado di ristrutturare il palazzo». Che invece, secondo l’amministrazione «è irrecuperabile, e andrebbe abbattuto». Compito che spetterebbe ai proprietari. «L’amministrazione ha individuato dei box dove saranno portati tutti gli oggetti lasciati all’interno degli appartamenti», spiega il vicesindaco. Successivamente l’edificio sarà recintato, gli accessi bloccati e le porte murate. Il trasferimento nelle strutture alberghiere – contattate stamattina e che non hanno ancora ricevuto indicazioni sui tempi di permanenza – è a spese del Comune. «Una soluzione, comprensiva di pasti, che garantiremo fino a un mese».

Quattro settimane, secondo l’amministrazione, è il margine di tempo utile per trovare un appartamento in affitto: «Potranno anche godere, fino a due anni, dell’agevolazione del bonus di 250 euro al mese – conclude Marco Consoli – Se non pretendono un attico o una villa con piscina, basterà». «Il Comune dice: “Vi do il bonus da 250 euro”. Gli abitanti hanno risposto: “Trovateci gli alloggi, trovateci i proprietari” – racconta Matteo Iannitti –
Un mono vano a 300 euro si trova, sì, ma in nero». La soluzione è criticata anche da Sebastiano Anastasi, vicepresidente della commissione permanente ai Servizi sociali. «Quella di via Furnari è una storia che si conosce da anni – sottolinea – Con tutto il tempo che è passato, l’amministrazione poteva organizzare una cabina di regia migliore. Non avviare questa procedura, con le spalle al muro».

«In linea di principio, il Comune ha ragione – analizza Anastasi – Ma questa era l’occasione per poter fare il passo avanti. L’idea dei servizi sociali che ha questa amministrazione è
obsoleta e insostenibile. Organico e fondi sono sempre insufficienti». Quello che dovrebbe essere avviato è un progetto di social housing, affiancato a un monitoraggio delle case in affitto e dei canoni. «Le graduatorie delle case popolari… ormai sono discorsi superati», sostiene il consigliere che porterà la vicenda dello stabile del Borgo anche al consiglio comunale straordinario di giovedì convocato proprio sulla questione emergenza abitativa. «Si doveva fare un lavoro umano – ribadisce – La legge sancisce una serie di principi, sta alla politica costruire percorsi specifici». Intanto, in via Furnari, sono tornati i carabinieri in tenuta anti sommossa. Attendono l’arrivo di alcuni pullman che saranno impiegati per trasferire gli ex inquilini nelle nuove collocazioni a loro promesse. 


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