Via Cavour, sgomberata la Casa del Popolo «Struttura tolta al sociale per lasciarla vuota»

«Stamattina abbiamo subito uno sgombero in modo anche, devo dire, molto subdolo». C’è indignazione, ma nessuna tensione di fronte all’ex Istituto statale sordi per lo sgombero della struttura da parte dei carabinieri. I militari si sono presentati al portone di via Cavour di buon mattino ponendo i sigilli all’edificio, diventato da alcuni mesi la Casa del popolo dopo l’occupazione da parte dei militanti di Potere al popolo, che avevano riutilizzato gli spazi per attività sociali gratuite rivolte alla comunità

«Avevamo parlato neanche sei giorni fa con il presidente dell’ente consegnandogli una richiesta di comodato d’uso – dice Pietro Milazzo, uno dei militanti – Nella richiesta garantivamo il nostro impegno a realizzare una serie di attività di volontariato compatibili con lo scopo dell’ente e il presidente Di Gesaro ci ha accolti con grande cordialità dicendoci che prendeva atto di questa proposta, che sapeva benissimo che noi siamo soggetti socialmente impegnati e ci ha detto che questo documento sarebbe stato valutato dal consiglio di amministrazione e che ci avrebbe fatto sapere qualcosa nella prima decade di ottobre. Dopodiché è arrivato il blitz, motivato da una presunta denuncia dell’ente per riprendere possesso del bene». 

L’edificio di via Cavour non era utilizzato dagli occupanti per scopi abitativi. «Qui – continua Milazzo – organizziamo attività sociali, avevamo fatto il tempo d’estate con i bambini per tutto il periodo estivo, cinema all’aperto, assemblee, incontri, due concerti dal vivo, abbiamo rigenerato un posto abbandonato». E proprio sullo stato di abbandono in cui versava la struttura Milazzo calca la mano: «Quando siamo entrati erano passati otto mesi dall’ultima occupazione di questo luogo, perché non ne tornavano in possesso in quel momento? Questo significa che sono totalmente in malafede e faremo una denuncia alla Corte dei conti per capire chi dovrà pagare il danno erariale che questi signori hanno fatto qui dentro».

Lo sgombero mette di fatto fine a una serie di attività già programmate e messe in calendario. «Non si è trattata di un’occupazione per una sede di partito – spiega Angelo Candiloro – Avevamo già pianificato un doposcuola pomeridiano gratuito che stavamo per mettere in calendario, stavamo facendo delle iniziative, tra cui anche una in collaborazione con l’Anpi, per arricchire ulteriormente la biblioteca dove abbiamo già oltre duecento testi, avevamo messo in circolo nuovamente la nostra attività sociale in una città dove queste cose mancano. Purtroppo la cosiddetta legalità ce lo sta impedendo».


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