Per la Venere di Morgantina, depredata dai tombaroli negli anni ’50 e restituita all’Italia nel 2011, non c’è pace. Il destino della statua di età greca è oggetto di una nuova polemica scoppiata dopo l’intenzione manifestata dal neo assessore regionale ai beni culturali Vittorio Sgarbi di trasferire l’opera dal museo archeologico di Aidone, dove è attualmente custodita, a Roma. «La dea di Morgantina – ha dichiarato Sgarbi durante un’intervista alla trasmissione Tg3 Linea notte – che era stata trafugata e venduta al Getty dove faceva un milione e mezzo di spettatori, va ad Aidone e la vedono dieci persone al mese. Portarla al Quirinale, come fece Pertini, significa far sentire un simbolo di Sicilia recuperato dal trafugamento e dalla vendita e farla, poi, conoscere a tutti. Non so quanti di voi siano andati ad Aidone. È un bel paese, ma è talmente remoto che l’orgoglio municipale ha mortificato un’opera che è passata da un milione e mezzo a poche persone. Mattarella mi ha detto che questa cosa gli sembrava simbolica. Adesso speriamo che la regione condivida con me. Al Quirinale potrebbe ottenere lo stesso risalto dei bronzi di Riace».
Ma la città di Aidone non ci sta e reagisce alla proposta di Sgarbi di spostare la Dea di Morgantina al Quirinale, ribadendo l’indissolubile legame con il territorio d’origine. «L’assessore – dichiara Serena Schillirò, già vicesindaco del Comune di Aidone – dovrebbe mettere in campo strategie volte alla valorizzazione dei Beni culturali siciliani e richiedere sinergia con gli altri assessorati per migliorare le infrastrutture e incentivare gli investimenti e la ricettività di uno dei principali bacini culturali nel cuore della Sicilia. Privare il museo della Dea di Morgantina, ormai simbolo della città, peraltro dichiarata opera inamovibile (decreto amministrativo 1771/2013), non contribuirebbe certo al rilancio di Aidone». Al contrario, sostiene Schillirò «bisognerebbe supportare Morgantina ed il museo di Aidone possibilmente avvalendosi del prezioso contributo delle qualificate expertise che da sempre si impegnano in studi e ricerche legate al nostro territorio».
Sentimento condiviso dalla presidente Archeoclub di Aidone Alessandra Mirabella, che da anni si batte per ogni vicenda legata al patrimonio artistico culturale della città. «La proposta di Sgarbi – dichiara – non può essere assolutamente accettata né da un punto di vista strettamente politico, poiché in palese contrasto con tutto il percorso che ha caratterizzato il rientro dei tesori di Morgantina, ma nemmeno da un punto di vista tecnico. La normativa nazionale (Legge 137/2002 e successivo D. Lgsl. 42/2004) e regionale (D.G. 155/2013) ha posto limiti alla possibilità di spostare dai musei le opere che costituiscono il fondo principale di una determinata e organica sezione di un museo, in particolare con quelle a rischio di depauperamento». Quanto alla possibilità di esporre il reperto, Mirabella ci tiene a precisare che «gli studiosi del Paul Getty che si sono occupati della esposizione della Dea hanno affermato che sarebbe stato difficile se non impossibile rimontarla, pertanto è fuori da ogni logica pensare di poterla esporre dove ogni assessore desideri».
Anche il primo cittadino di Aidone Enzo Lacchiana manifesta piena contrarietà al trasferimento e in una lettera si appella al presidente Nello Musumeci affinché non accolga tale proposta ma, invece, favorisca un’azione di rilancio del territorio. «Esprimiamo la nostra piena contrarietà alla supposta operazione, che rappresenterebbe un atto di spoliazione e di violenza. Cogliamo semmai l’occasione per chiederle una utile azione di rilancio promozionale e di miglioramento della viabilità che porta ad Aidone».
Sono passati sette anni dal ritorno di Venere a casa, ma nulla è cambiato. La statale 228 che collega Piazza Armerina ad Aidone risulta ancora dissestata da buche a avvallamenti. I disagi lungo il manto stradale sono evidenti. Raggiungere la Dea diventa molto complicato, soprattutto in alcuni periodi dell’anno. A sottolinearlo è anche la deputata regionale ennese del Movimento 5 Stelle, Elena Pagana. «Il compito di Sgarbi è portare visitatori in Sicilia, non depauperarla. Se non è in grado di farlo, vada via. Sgarbi non faccia campagna elettorale con i nostri beni culturali. Nella ormai ex provincia di Enna, tra strade inesistenti e viabilità pari a zero – continua la deputata – c’è un patrimonio culturale e demo-etno-antropologico testimone della storia della nostra Isola: dalle città ellenizzate come Morgantina all’eredità romana di Centuripe e Piazza Armerina». Per la Pagana, a Sgarbi non restano che due possibilità: «O pensare seriamente a una riforma del settore della gestione e valorizzazione dei beni culturali dell’Isola in un’ottica di promozione e crescita per il territorio e la Sicilia intera oppure trasferire l’intera regione presso i siti in cui la promozione dei beni culturali funziona».
Secondo la deputata ennese del Pd Luisa Lanteri «bisogna puntare ad attrarre più turisti». Dai dati pubblicati dall’assessorato dei Beni Culturali, negli ultimi due anni si evidenzia un flusso di turisti in leggero rialzo. Se nel 2015 il numero complessivo di visitatori si aggirava intorno ai 23.356 (di cui 7.907 paganti e 15.449 gratuiti) per un incasso di 44.075 euro, nel 2016 (ultimi dati disponibili) si è passati a 24.552 visitatori (di cui 8.822 paganti e 15.730 gratuiti), cioè una media di 67 al giorno, per un introito complessivo di 50.124 euro.
E di certo la mancanza di un biglietto unico obbligatorio per la Villa Romana del Casale di Piazza Armerina, Morgantina e il Museo Archeologico di Aidone, come era stato in passato, non aiuta. Il biglietto unico, valido tre giorni, continua a essere facoltativo. Il turista può scegliere se visitare Morgantina o il museo archeologico e pagare sei euro, oppure può optare per quello cumulativo Morgantina-Museo archeologico al costo di dieci euro. Invece, quello cumulativo con Piazza Armerina costa 14 euro.
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