Uomo morto a S. Maria La Scala, il fratello voleva salvarlo «Da qualche giorno era venuto da Cosenza per rivederlo»

Una giornata di primavera si è trasformata in una tragedia. Era il pomeriggio di oggi quando Acheref Boughouraf, ragazzo di origini tunisine che quest’anno avrebbe compiuto 27 anni, si è tuffato nello specchio d’acqua oltre il mulino di Santa Maria La Scala, borgo marinaro di Acireale, trovando la morte. Il 26enne avrebbe avuto difficoltà a restare a galla dopo aver perso la presa di uno scoglio, a causa del mare agitato. «Quando il fratello più piccolo ha visto che stava per annegare, avrebbe provato a salvarlo – afferma il parroco della frazione Francesco Mazzoli a MeridioNews – Ma visto che anche lui, come il fratello, non sapeva nuotare ha rischiato di finire travolto dall’acqua, per poi essere salvato da una persona che si trovava sul posto. Mentre per il fratello più grande non c’è stato nulla da fare. Da un paio di giorni avevano fatto il bagno nella parte del molo, dove il fondale è più basso. Oggi, forse, forse, avevano deciso di provare un’altra spiaggia».

Boughouraf da oltre una settimana aveva lasciato momentaneamente il centro di accoglienza di Cosenza, in Calabria, dove era ospite, per venire a trovare il fratello 18enne che alloggia in uno dei locali della cooperativa Il Nodo, ad Acireale. «In Calabria aveva trovato anche lavoro, alloggiava in un centro accoglienza straordinario, locali in cui ci sono grandi affluenze in attesa che di essere smistati in strutture più piccole – afferma a questa testata Gabriele Spina, uno degli operatori della cooperativa – I due fratelli erano molto legati, tanto che avevamo anche pensato di avviare le procedure per farli ricongiungere. Adesso stiamo cercando di sostenere il fratello più piccolo. È un momento molto difficile per tutta la comunità». Boughouraf era inserito nella comunità calabrese, il fratello più piccolo alloggiava ad Acireale perché richiedente asilo politico. La salma attualmente si trova al cimitero di Acireale, ma non è sotto sequestro. «In queste ore sarà restituita ai genitori, nel proprio Paese d’origine», conclude l’operatore.


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