Giacomo Pignataro risponde alla lettera nella quale Febronia Elia ed Enrico Iachello - membri del consiglio d'amministrazione dell'ateneo - accusavano il rettore di averli «zittiti e umiliati». «Non c’è alcuna intenzione di impedire ai consiglieri di svolgere il proprio ruolo», è la replica. E la richiesta di riammissione in autotutela dell'ex direttore generale Lucio Maggio - motivo del contendere - è stata bocciata dall'Avvocatura dello Stato
Unict, Pignataro risponde alle accuse di censura in cda Infondata la richiesta di reintegro dell’ex dg Maggio
«Non c’è alcuna intenzione di impedire ai consiglieri di svolgere il proprio ruolo». Cinque giorni dopo le dichiarazioni di Febronia Elia ed Enrico Iachello, il rettore Giacomo Pignataro risponde alle accuse di censura lanciate dai due membri del consiglio d’amministrazione dell’università di Catania. Tutto parte – ancora una volta – dagli strascichi della vicenda giudiziaria relativa al licenziamento dell’ex direttore generale Lucio Maggio. L’ex dirigente ha inviato una comunicazione-diffida al cda con la richiesta di reintegra in auto-tutela per evitare un potenziale danno erariale. Elia e Iachello – rappresentanti di quella che potrebbe considerarsi l’opposizione – hanno chiesto di inserire il punto all’ordine del giorno della seduta convocata lo scorso venerdì. Ma il magnifico li avrebbe «zittiti e umiliati», impedendo loro di «lasciare a verbale una dichiarazione in cui protestavamo per il mancato inserimento di una nostra richiesta formale, come del resto previsto dalle norme vigenti», hanno scritto in una lettera diffusa alla stampa.
«La loro richiesta di inserire una dichiarazione a verbale era, oltre che del tutto irrituale se non inedita, soprattutto irricevibile perché effettuata nel corso del punto “comunicazioni del rettore” che non prevede interventi se non quello del rettore stesso», precisa oggi Pignataro. Nello specifico, il tema da trattare è stato preliminarmente sottoposto al parere dei legali dell’Avvocatura dello Stato, per ricevere un parere tecnico. «Non sussistendo ragioni fondate per le pretese avanzate dal dott. Maggio, non è possibile proporre al consiglio di amministrazione una discussione in contraddizione con le pregresse iniziative giudiziarie», è la decisione fatta propria dal rettore.
Inoltre, fa notare Giacomo Pignataro, «nessun altro consigliere ha rilevato anomalie procedurali o tentativi, del tutto supposti, di censura». E conclude: «Mi auguro, e sono certo, che i colleghi continueranno a fornire il proprio contributo nel rispetto delle norme e della consolidata prassi di buon funzionamento degli organi collegiali del nostro ateneo, che può essere garantita soltanto dall’osservanza delle regole che sono a suo presidio».