Il reintegro di Lucio Maggio passa attraverso due atti importanti: la scelta di quattro figure (poste più in alto anche dei dirigenti di prima fascia) che coordineranno le diverse aree dell'amministrazione e la decisione di porre se stesso come il solo in grado di raccordare «gli organi di indirizzo politico-amministrativo dell'ateneo»
Unict, Maggio nomina quattro superdirigenti L’università di Catania nelle mani di pochi
La nomina di quattro superdirigenti e una norma che lo definisce come unico «raccordo con gli organi di indirizzo politico-amministrativo dell’ateneo». Il ritorno di Lucio Maggio in qualità di direttore generale dell’università etnea avviene sotto il segno di due atti importanti firmati nello stesso giorno, martedì 2 dicembre. Con la prima decisione affida a quattro dirigenti – Giuseppe Caruso, Vincenzo Reina, Rosanna Branciforte e Armando Conti – il coordinamento di diverse aree, rispettivamente suddivise in attività istituzionali, finanziarie, provveditorali, affari generali e gestione del personale. A curare direttamente le aree tecniche, invece, sarà lo stesso direttore. Delle figure che vengono poste a un livello superiore anche agli stessi dirigenti di prima fascia per curare le varie branche dell’attività amministrativa, gruppo ribattezzato giunta della direzione generale e dei coordinamenti dirigenziali.
Il secondo provvedimento, invece, stabilisce che al direttore generale spetta «in via esclusiva ogni attività di raccordo con gli organi di indirizzo politico-amministrativo». Quindi, per «garantire il pieno rispetto del dato normativo, delle esigenze di trasparenza e dei principi di separazione tra indirizzo e gestione, posti dall’ordinamento a tutela del buon andamento e dell’imparzialità dell’agire amministrativo – scrive il direttore generale – eccezioni al superiore principio potranno derivare soltanto da apposite autorizzazioni o da specifiche deleghe del direttore generale». Detto in altri termini, qualsiasi atto della vita dell’università dovrà passare per le maglie dell’ufficio diretto dal docente di Diritto romano. Anche rettore, prorettore, delegati e tutto il corpo docente dovranno sottostare a questa rigida gerarchia. Rispettando un principio simile, «il raccordo tra gli uffici dell’amministrazione e il direttore generale avverrà esclusivamente attraverso i dirigenti». I quattro della neonata giunta, così, assumono un ruolo fondamentale nell’ambito di un riassetto di questo genere.
Insomma, se il sistema pac – fortemente centralistico, con una moltiplicazione del numero di aree e dirigenti – era stato superato dalla proposta riorganizzativa lanciata dal rettore Giacomo Pignataro e dal successore di Maggio, Federico Portoghese, la nuova delibera assunta dal direttore generale sembra bloccare qualsiasi ipotesi di riformare l’assetto dell’amministrazione universitaria, in una visione che prevede l’accentramento di ogni decisione di quella che è una realtà locale importante, l’università, nelle mani di pochi.