Francesco Basile replica al coordinamento universitario dell'ateneo etneo. Affrontando le questioni di tre edifici in cui sono stati affissi degli striscioni per denunciare gli sprechi. «Stiamo conducendo una puntuale analisi, sia dell'attuale patrimonio sia delle opere in corso di esecuzione», scrive in una nota
UniCt, il rettore risponde al blitz degli studenti «Già azzerati diversi affitti, stiamo lavorando»
«Stiamo conducendo una puntuale analisi, sia dell’attuale patrimonio edilizio sia delle opere in corso di esecuzione, al fine di azzerare completamente gli affitti residui». Dopo il blitz di ieri mattina dei componenti del coordinamento universitario dell’ateneo di Catania, è il rettore Francesco Basile in persona a prendere la parola. E lo fa tramite una nota con la quale definisce una «legittima aspettativa» quella degli studenti sugli spazi dell’università etnea. All’alba di ieri gli striscioni bianchi affissi su alcuni edifici variamente legati al mondo universitario hanno raccontato i sette milioni e 796mila euro in affitti passivi spesi dall’istituzione accademica dal 2008 al 2016. A fronte dei 173 beni immobili di proprietà.
«Proprio la settimana scorsa abbiamo consegnato alla scuola di Medicina un nuovo polo didattico – scrive Basile – e, come ho annunciato in occasione dell’inaugurazione, stiamo lavorando alla rimodulazione degli edifici di via Androne, quasi del tutto abbandonati dai dipartimenti scientifici». Nello specifico gli striscioni degli studenti sono stati affissi in via Umberto 285, via Simeto e via Plebiscito, sede quest’ultima dell’ex centro sociale Experia poi riconvertito in auditorium a fronte di una spesa di tre milioni di euro.
«Per quanto riguarda l’edificio di via Umberto – si legge nella nota – non è mai stato di proprietà dell’università, ma concesso in locazione fino al giugno 2016, termine oltre il quale l’amministrazione non ha reputato opportuno rinnovare l’affitto, vista anche l’esosità del canone». Replica anche per la struttura di via Simeto e il poco utilizzo a fronte di una spesa di 10 milioni di euro per comprare l’immobile e ristrutturalo: «Siamo costantemente al lavoro per individuare e ottenere quei finanziamenti che servirebbero a fare decollare definitivamente una struttura che può avere una forte connotazione didattica per gli studenti e per tutti i cittadini, sull’esempio di analoghe strutture divulgative realizzate in altre città».
Ultime parole per l’auditorium di via Plebiscito: «In attesa che vengano ultimati alcuni collaudi più volte sollecitati dalla presidenza dell’Ersu, e risolti alcuni problemi tecnici. L’università si rende disponibile a concorrere alla spese e alla gestione, finalizzata ad iniziative culturali, da realizzare in convenzione con l’Ersu, quando sarà pronta».