Suggestioni artistiche diverse per riappacificarsi con le celebrazioni per la patrona di Catania dopo lo «spettacolo vergognoso» di stamattina. Un antico inno alla Santuzza affinché aiuti i braccianti nei campi interpretato da Rosa Balistreri e il video di Gianluca Ricceri che con le immagini della devozione ha girato un video dance, che in questi giorni è tornato in voga grazie ai social network
Un’altra Sant’Agata tra folk e techno «Uno sguardo diverso sulla festa»
«SantAgata chè gavutu lu suli, fallu pi carità, fallu calari». Sono i primi versi di «Ch’e autu lu suli!», in italiano «Com’è alto il sole», un antico canto di lavoro reinterpretato dalla cantautrice licatese Rosa Balistreri. Un bracciante si rivolge alla Santuzza di Catania per chiedere una grazia: che il sole tramontasse presto e lasciasse un po’ di tregua ai lavoratori giornalieri dei campi, tutto il giorno chini a lavorare la terra, rinfrescandosi con acqua di fiume mentre il padrone «si vivi u vinu all’ammucciuni», cioè «beve vino di nascosto». Una poesia per la patrona etnea, la cui festa tradizionale si è conclusa questa mattina, tra le polemiche per la classica salita di Sangiuliano mancata, le proteste dei devoti, la ferita alla mano del capomeccanico della vara e il rimprovero di monsignor Barbaro Scionti dall’altare: «È uno spettacolo vergognoso», ha inveito il religioso, mentre il busto reliquiario rientrava nella sua celletta all’interno della cattedrale di piazza Duomo.
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La festa della santa patrona catanese è musica anche secondo qualcun altro. Lui si chiama Gianluca Ricceri, ha 37 anni e fa il videomaker all’ombra dell’Etna. «Sant’Agata Carnival» è stato girato durante le celebrazioni agatine dello scorso anno, ma in questi giorni ha ricominciato a far parlare di sé grazie al tam-tam sui social network. «L’ho fatto per gioco racconta Gianluca E per raccontare un altro aspetto della festa, quello folkloristico». In fondo, secondo il regista, «Sant’Agata ha tanto di religioso, ma c’è anche il lato un po’ carnevalesco». È una sua interpretazione, ci tiene a precisarlo, anche perché c’è stato chi il video non l’ha preso bene. Musica techno (la colonna sonora è Whishy and coke, dei The kids are radioactive) per raccontare il lato dance della devozione? «Cos’è, un insulto?», chiede un utente su Youtube. «Solo uno sguardo diverso», risponde l’autore.
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[Foto di Salvo Puccio]