Una moneta complementare per la Sicilia

Le casse della Regione siciliana, ormai lo sanno anche i bambini, sono vuote.

Mancano le risorse per sostenere qualsiasi tipo d’investimento  e anche l’utilizzo dei Fondi Europei  diventa difficile se manca il cofinanziamento della Regione.

Pensare di continuare a ‘tirare a campare’ con ulteriori richieste di deroghe al patto di stabilità, o sperare che lo Stato si decida a risolvere la questione siciliana, è assurdo.

Serve una soluzione radicale. A proporla è il Comitato Progetto Sicilia, presieduto dall’imprenditore, Giuseppe Pizzino: una moneta complementare all’euro.

Leggiamo la proposta (sintetizzata dal sito antudo.it) che è già una petizione lanciata su change.org e che è stata inviata (per la seconda volta) al Presidente della Regione, Rosario Crocetta.

“In sintesi, il bollettino statistico del primo trimestre 2012 della Banca d’Italia, che riporta i saldi del 2011, evidenzia come nella Regione Siciliana i depositi dei Siciliani presso le banche che operano nell’Isola ammontano a 34 miliardi, laddove il totale dei depositi complessivi presso banche e Bancoposta che operano in Sicilia ammonta a 56,3 miliardi, di cui 4,9 di società, 2,3 miliardi imprese familiari, 46,4 famiglie. Di questi circa 18 miliardi sono liberi da vincoli e depositati su conti correnti bancari e postali, liquidi e immediatamente utilizzabili.

Ancora, devono essere aggiunti tutti i depositi che i Siciliani detengono fuori regione nelle varie banche, poste e istituti finanziari, il circolante (banconote e monete) dei Siciliani e quanto è nelle disponibilità degli emigranti siciliani all’estero. Questa liquidità, in atto utilizzata per finanziare governi, banche e imprese non siciliane è la soluzione a tutte le problematiche che oggi affliggono la Regione Siciliana e i Siciliani.

“Immaginate” per un momento se questi depositi “siciliani” fossero impiegati in Sicilia quale potrebbe essere l’effetto che innescherebbero sul nostro territorio per crescita e benessere.

Perché queste risorse possano essere impiegate in Sicilia, è necessario che un nuovo Governo composto da persone serie, oneste e preparate, che siano credibili e affidabili, riuniti legittimamente nella Assemblea Regionale Siciliana “istituiscano” il sistema monetario regionale,  detto Grano, complementare al sistema delle banche centrali europee, detto Euro.

Il nuovo Governo della Regione Siciliana, su mandato dell’Ars e nel pieno rispetto dell’art.41 del proprio Statuto Speciale, “emette prestiti interni” affidandone la gestione alla propria banca Irfis S.p.A. (poi Banca Complementare Siciliana) che, nel pieno rispetto del mandato conferito e nei limiti stabiliti dall’art. 2412 del codice civile, “emetterà obbligazioni nominative” garantite da copertura patrimoniale reale.

La Regione Siciliana costituirà un fondo patrimoniale regionale del valore di 30 miliardi, a sua volta proprietario di tre fondi specifici:

a) immobiliare 10 miliardi;

b) mobiliare 10 miliardi;

c) cassa 10 miliardi.

Attraverso i quali parteciperà agli aumenti di capitale sociale della Banca Complementare Siciliana per garantire con beni reali la copertura patrimoniale di ogni emissione di obbligazioni. Le disposizioni di cui al comma 1 dell’art 2412 del codice civile conferiscono alla Banca Complementare Siciliana (ex Irfis) la facoltà di emettere obbligazioni/bond fino ad un massimo di 60 miliardi.

L’emissione dei Sicily/Bond permetterà di recuperare sul nostro territorio le risorse finanziarie necessarie (stimate in 30 miliardi cui si aggiungono 6+4 di Fondi Europei) per realizzare il nostro “Progetto Sicilia”, che prevede investimenti infrastrutturali fondamentali per lo sviluppo socio-economico della Regione mirati, in particolare, alla creazione di bacini di raccolta delle acque, condotte e sistemi d’irrigazioni, poi, investimenti strategici per il rilancio dell’agricoltura, del settore agroalimentare e agroindustriale, valorizzazione dei beni culturali, promozione turistica e sviluppo dell’energia rinnovabile attraverso l’utilizzo della biomassa e dell’olio vegetale.

 

Modalità di emissione della GranCard 

Un elemento che merita di essere analizzato più approfonditamente è quello della modalità d’emissione e di utilizzo della carta di credito elettronica denominata GranCard (moneta elettronica), strumento di scambio e di pagamento del sistema monetario regionale.

In Italia, l’art. 55 della legge n°39 del 01/03/2002, stabilisce che ogni forma di «moneta elettronica» possa esser emessa «previa ricezione di fondi di valore non inferiore al valore monetario emesso e accettato come mezzo di pagamento da soggetti diversi dall’emittente».

Quindi, dopo l’emissione dei Sicily/Bond e la sottoscrizione del Patto di Interesse Generale, denominato “Progetto Sicilia”, come descritto nel nostro libro, seguirà l’emissione della moneta elettronica GranCard.

La consegna della GranCard di 5.000 Grani, che consente di raddoppiare il valore degli acquisti, dei pagamenti, e dei trasferimenti dichiarati in euro, avverrà a seguito la sottoscrizione di un’obbligazione (Sicily/bond) zero-coupon, quinquennale, nominativa, del valore di  5 mila euro, rilasciata dalla Banca Complementare Siciliana ad integrazione (“cedola”) delle obbligazioni.

Lo strumento GranCard è assimilabile alla creazione di moneta scritturale da parte delle banche commerciali italiane.

Il sistema elettronico GranCard è comunemente indicato con il nome di «mutual credit currencies».

I debiti e i crediti, infatti, pur essendo generati da rapporti di scambio bilaterali, sono registrati presso un sistema centralizzato, presso la nostra Banca Complementare, come debiti o crediti nei confronti dell’insieme dei partecipanti.

Questa forma di moneta complementare, dal punto di vista delle modalità di emissione, è quella che utilizza anche il WIR (non Istituzionale) nel territorio svizzero, con sempre maggiore successo.

In pratica, la valuta è creata in analogia con la moneta scritturale bancaria, come posta attiva del conto corrente di un soggetto, a fronte della contemporanea iscrizione di una posta passiva equivalente in capo alla controparte.

Il sistema monetario regionale complementare Grano ha la funzione di realizzare obiettivi di lunga durata, dunque non confligge nel rapporto che avrà con i circuiti monetari ufficiali. Bisogna tenere conto che la moneta ufficiale Euro è la moneta per eccellenza, è universale, è riconosciuta da tutti, uguale per tutti, per un’istanza di garanzia rappresentata dallo Stato.

La questione del rapporto tra moneta ufficiale Euro e quella regionale complementare Grano si pone anzitutto dal punto di vista legale. Per permettere la diffusione del Grano ci sarà una garanzia legale, un sistema di norme, che consenta la compatibilità tra le due monete e la sostenibilità di quest’ultima, che non ha, in un primo momento, tutte quelle caratteristiche universalistiche di quella ufficiale.

L’inquadramento legislativo proteggerà l’economia dai rischi inflazionistici ed assicurerà che l’emissione della GranCard non danneggi gli interessi e la buona fede degli attori coinvolti.

In termini tecnici, soddisfatte le problematiche di carattere patrimoniale (30 miliardi di beni reali) e di credibilità (adozione dell’Ars), di spendibilità (patto di interesse generale) e convertibilità (disponibili 60 miliardi), si tratta solo di trovare equilibrio nelle richieste e sulle aspettative funzionali legate alla riconoscibilità e legittimità del Grano, sia dal punto di vista della sua efficacia ed efficienza, sia dal punto di vista del suo funzionamento simbolico.

 

 

 

 

 


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