Lo scorso 22 dicembre un uomo di 64 anni si è tolto la vita all’interno del carcere Pagliarelli di Palermo. Era detenuto nel reparto Laghi, un reparto a vigilanza dinamica. Dopo solo ventiquattro ore, un altro detenuto ha tentato il suicidio impiccandosi. È avvenuto mentre all’interno del reparto che ospita le detenute, era in corso la visita dell’arcivescovo Corrado Lorefice. L’uomo è stato salvato e le sue condizioni migliorano.
Secondo Pino Apprendi, presidente di Antigone Sicilia, però, all’interno del carcere c’è una situazione di emergenza. «C’è un diffuso disagio nel carcere Pagliarelli, sul quale bisogna accendere i riflettori e che ho denunciato già lo scorso ottobre durante una visita nel penitenziario – dice a MeridioNews – Ci sono 108 casi di detenuti in isolamento fino ad ottobre: un dato altissimo. Perché devono stare in isolamento? Ho parlato con specialisti, con lo stesso psichiatra del reparto degenza del carcere e con la direttrice. Tutti sono d’accordo col fatto che l’isolamento possa peggiorare certe situazioni. Perché non metterli sotto stretta sorveglianza senza isolarli?». A ciò si aggiunge la «scarsissima» presenza di psicologi, che per centinaia di detenuti hanno a disposizione pochissime ore mensili.
Ma non si tratta delle uniche criticità evidenziate. «Ho parlato con due ragazzi – racconta ancora Apprendi – e si lamentavano uno dell’isolamento appunto e l’altro mi ha raccontato che aveva avuto perdite di sangue e chiedeva una visita medica che non ha mai avuto. Quando ho chiesto spiegazioni al medico del carcere ho ottenuto come risposta un atteggiamento superficiale e leggero. Non criminalizzo nessuno ma so che c’è un disagio enorme all’interno del carcere e per questo chiedo un’ispezione del ministero di Giustizia. Chiediamo al ministro Orlando di avviare un’indagine su quanto accade in questo carcere, partendo dai fatti odierni e dal numero di detenuti in isolamento in questo anno».
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