Un Palermo disperato tenta il colpaccio Rosa a caccia dell’impresa in casa Napoli

Gennaio 2008: al Sant’Elia, il Cagliari batte in rimonta il Napoli (2-1) nei minuti di recupero e, dopo avere toccato il fondo, ritrova in extremis la luce in fondo al tunnel. Sarà quel successo a gettare le basi per una clamorosa rimonta culminata con la conquista della salvezza grazie ai 32 punti ottenuti nel girone di ritorno. Un episodio del passato che può essere di buon auspicio per il Palermo, in una situazione di classifica simile a quella in cui si trovava la formazione sarda (guidata da Ballardini e nella quale, ironia della sorte, giocava il neo-allenatore rosanero Diego Lopez) prima di affrontare i partenopei. E se i rosanero, in questo momento con un piede e mezzo in serie B alla luce degli undici punti di distanza dal quartultimo posto, iniziassero proprio contro il Napoli la risalita verso una zona salvezza che allo stato attuale sembra irraggiungibile?

Nel calcio «mai dire mai» nel senso che in serie A tutte le partite nascondono delle insidie (e anche il Napoli ne è consapevole) ma, obiettivamente, il contesto tecnico e anche psicologico che fa da sfondo al match della terza giornata di ritorno in programma domani sera al San Paolo è diverso dalla sfida Cagliari-Napoli del gennaio 2008 coincisa con la «resurrezione» dei sardi. Quel Cagliari (con Salerno ds) era più forte del Palermo attuale, impegnato peraltro in trasferta, e quel Napoli neopromosso in serie A non aveva la struttura che oggi dà lustro alla compagine guidata da Sarri. Un’orchestra quasi perfetta in cui il singolo riesce a coordinarsi con il resto del gruppo e ad esprimere il massimo del suo potenziale. Non esistono risultati scontati ma, sulla carta, domani non c’è partita. L’asse dell’incontro è sbilanciato nettamente dalla parte dei partenopei che, pur avendo qualche problema in fase difensiva (in gare di campionato l’ultima volta che il portiere Reina ha mantenuto la porta inviolata risale all’11 dicembre), stanno attraversando un ottimo momento di forma sancito dalle cinque vittorie consecutive tra serie A e Coppa Italia e dai 19 punti ottenuti negli ultimi sette turni di campionato.

Non è stato fortunato Diego Lopez. Il Napoli, che vanta la serie utile più lunga del torneo (7 vittorie e 3 pareggi), è uno dei «peggiori» avversari che potessero inaugurare il ciclo del tecnico uruguaiano, costretto ad affrontare una squadra terza in classifica e intenzionata a dare continuità ai propri risultati per consolidare la propria posizione nei quartieri nobili e alimentare anche delle speranze in chiave scudetto. I partenopei, che curiosamente incroceranno per la terza volta di fila un Palermo reduce da un avvicendamento in panchina, sanno che per continuare a coltivare il sogno tricolore non possono permettersi di sbagliare gare come quella contro i rosanero. La classica partita «sporca» in cui è facile inciampare se non si scende in campo con l’atteggiamento giusto. La «disperazione» dei rosa potrebbe creare dei problemi alla corazzata azzurra. Reduce da tre sconfitte consecutive, la formazione affidata a Lopez dopo l’addio di Corini proverà a creare i presupposti giusti per fare il colpaccio e, di conseguenza, tenere accesa la fiammella.

Sono 22 i convocati. Nell’elenco, che ieri sera ha subìto delle variazioni, spicca l’assenza di Diamanti, regolarmente in campo ieri pomeriggio al Tenente Onorato nel secondo allenamento giornaliero. Dalla lista degli effettivi, alla quale si sono aggiunti in extremis anche i neo-acquisti Sunjic e Silva, sono rimasti fuori pure Vitiello e Bentivegna. Lopez ha già tracciato una linea: il tecnico sembra intenzionato a disegnare lo scacchiere con il 4-3-3 puntando in avanti su Trajkovski (favorito su Embalo), Nestorovski (a digiuno dal 20 novembre) e Quaison, tornato ieri in gruppo dopo avere smaltito qualche acciacco e a completa disposizione nonostante i rumors di mercato sul suo conto. Scelte quasi obbligate a centrocampo: la batteria, priva dello squalificato Gazzi, sarà formata da Bruno Henrique, Jajalo e Chochev.


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