Foto di Gabriele Ruggieri

Un anno di governo Schifani, il presidente tira le somme: «Più entrate e meno disavanzo per il rilancio»

È passato già un anno dall’insediamento di Renato Schifani a palazzo d’Orleans. Un anno non dei più semplici, di cui il presidente della Regione ha voluto fare un rendiconto di fronte alla stampa. Incontro in cui l’ex presidente del Senato ha posto forte l’accento soprattutto sulla questione dei conti, annosa spina nel fianco delle amministrazioni siciliane. «Nel 2023 le entrate della Regione sono aumentate di un miliardo e 300 milioni di euro, un incremento di circa il dieci per cento rispetto al 2022. Grazie a questo dato nel rendiconto per il 2023 il disavanzo della Regione sarà ridotto di 1,8 miliardi di euro, arrivando a quota 2,9 miliardi. Un crollo notevole». Numeri che spingono Schifani anche a una audace previsione: «Con questo trend azzereremo il disavanzo in tempi anteriori rispetto alla spalmatura decennale, questa è la nostra speranza».

E sempre a proposito di conti, un plauso dal governatore arriva al lavoro della commissione tecnica specialistica affidata all’ex assessore al Bilancio Gaetano Armao, che nell’anno trascorso ha alzato l’asticella dei pareri forniti: 150 più della gestione precedente riguardo investimenti sul territorio, per un totale di 19 miliardi di euro. Questa sarebbe una delle iniezioni di liquidità in Sicilia a cui Schifani attribuisce il miglioramento della situazione debitoria della Regione. «Il nostro auspicio – continua – è che queste previsioni d’investimento possano consolidarsi quest’anno, per cui auspichiamo una crescita dell’occupazione e del Pil». 

Poi spazio a uno dei grandi temi portati avanti in campagna elettorale: la riduzione delle liste d’attesa per le prestazioni negli ospedali pubblici siciliani, su cui la Regione è intervenuta anche tramite convenzioni col privato. «Le liste d’attesa sono state ridotte dell’88,2 per cento per i ricoveri e del 92 per cento per le prestazioni ambulatoriali – spiega Schifani, specificando che non si tratta di un miracolo – Cerchiamo di lavorare al meglio, poi possiamo anche sbagliare, e se facciamo errori li facciamo in buona fede. Questo risultato sulle liste d’attesa lo abbiamo ottenuto perché abbiamo fatto un doppio accertamento sulla reale sussistenza dei richiedenti a essere visitati e ricoverati. In lista d’attesa c’era persone che aspettavano da due anni, mi sono chiesto se era concepibile e se permaneva la richiesta a distanza di tutto questo tempo da parte del richiedente. Grazie a queste verifiche è stato sfoltito quell’arretrato che stagnava e che danneggiava chi aveva il reale interesse a essere assisto. Al questo risultato, inoltre, hanno contribuito anche la sanità pubblica e quella privata».

Infine spazio anche alla parte politica, prima sottolineando ancora una volta l’importanza di essere usciti dal loop infinito dell’esercizio provvisorio, approvando Bilancio e Finanziaria nei tempi previsti per la prima volta negli ultimi 21 anni, poi concedendo merito anche allo spirito con cui la legge di stabilità ha superato l’esame dell’Ars. «Credo fermamente al dialogo tra maggioranza e opposizione nell’Assemblea regionale, ha funzionato in occasione della finanziaria – prosegue – Mi auguro funzioni sui prossimi temi, come la reintroduzione delle province e la riforma urbanistica. Il mio obiettivo è sempre evitare lo scontro». E all’insegna della mitigazione anche le parole sulle prossime elezioni Europee, per cui il presidente della Regione dice di non leggere particolari fibrillazioni all’interno della coalizione del centrodestra


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