Il progetto per trasformare gli ulivi e i carrubi secolari in monumenti siciliani

«Ulivi e carrubi monumentali fanno parte della storia della Sicilia». Da questa consapevolezza è nata l’iniziativa di un disegno di legge che è stato presentato all’Assemblea regionale siciliana dal Partito democratico e che vede come primo firmatario il deputato ragusano Nello Dipasquale. Diciannove articoli con l’obiettivo di «tutelare gli ulivi e i carrubi monumentali siciliani, che hanno una età plurisecolare». Per farlo, il progetto è quello di istituire un elenco regionale che li identifichi per consentirne il monitoraggio e la cura. Non solo, alla base del ddl, c’è anche l’idea di promuoverli dal punto di vista turistico con iniziative specifiche ideate e realizzate dagli assessorato al Turismo e all’Agricoltura. «Sono elementi peculiari e caratterizzanti della storia, della cultura e del paesaggio della nostra isola e, in quanto tali, devono essere tutelati», commenta Dipasquale. La proposta di legge, inoltre, prevede anche l’istituzione della menzione speciale Olio extravergine degli ulivi secolari di Sicilia, che potrà essere utilizzata da tutti i produttori di olio proveniente da ulivi e uliveti monumentali inseriti nell’elenco regionale. Una menzione speciale che può essere associata a quella prevista da marchi di Denominazione di origine protetta (Dop) o di Indicazione geografica protetta (Igp).

«Anche il loro valore sotto il profilo naturalistico è inestimabile. Per questo – sottolinea il deputato del Partito democratico – serve un progetto di tutela che punti anche alla valorizzazione turistica di questo patrimonio nel quadro di un impianto normativo organico che prevede pure l’istituzione di un apposito capitolo nel bilancio della Regione». In effetti, tra i simboli universalmente riconosciuti della Sicilia ci sono anche queste due piante tipiche della macchia mediterranea. Alcuni, talmente antichi o rappresentativi, da potere essere considerati veri e propri monumenti che «come quelli realizzati dagli uomini, sono archivio (botanico), testimonianza (di resilienza) e riserva (di biodiversità) – si legge nel ddl – Riconoscere gli alberi monumentali come beni naturali (architetture viventi) significa riconoscere il patrimonio artistico naturale alla stregua del patrimonio artistico antropico». Non solo, in alcuni territori, ulivi e carrubi secolari rappresentano un valore per la comunità in quanto diventano anche custodi di memorie. «Valorizzare un albero – viene spiegato nel disegno di legge del Pd – a volte, può creare le condizioni affinché spazi in declino o che hanno perduto il significato possano recuperare un carattere relazionale e culturale».

Per attribuire il carattere di «monumentalità» a una piante, nel ddl, vengono elencati dei precisi criteri: innanzitutto l’albero deve avere un’età plurisecolare (deducibile dalle dimensioni del tronco); poi deve possedere un «accertato valore storico-antropologico» per citazione in documenti o rappresentazioni iconiche-storiche ma anche per il valore simbolico attribuito da una comunità. Per le valutazioni, infatti, è prevista l’istituzione di una commissione tecnica che avrà sede all’assessorato regione dell’Agricoltura. Tutti gli alberi che verranno inseriti nell’elenco, saranno automaticamente sottoposti a vincolo paesaggistico «in quanto assimilati a beni diffusi del paesaggio e, come tali, devono essere individuati negli strumenti urbanistici comunali». Ovviamente – eppure è stato necessario inserire nel disegno di legge un articolo su questo punto – è «vietato il danneggiamento, l’abbattimento, l’espianto e il commercio degli ulivi e dei carrubi monumentali». Vietato anche destinare e trasportare le piante per scopi sia vivaistici che ornamentali. A questo aspetto potranno essere concesse delle deroghe ma soltanto dopo avere acquisito il parere vincolante della commissione tecnica che deve valutare «la sussistenza delle condizioni che possono consentire l’espianto, le sue finalità, la documentata inesistenza di soluzioni alternative e l’esistenza di un apposito progetto di reimpianto». Infine, gli imprenditori agricoli proprietari di terreni con ulivi e carrubi monumentali «hanno priorità nei finanziamenti regionali, nazionali e comunitari per la realizzazione di progetti con finalità di mantenimento in coltura, il miglioramento qualitativo del prodotto, il recupero e la manutenzione del paesaggio rurale».


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