Ucraina, Primo Ministro si dimette. Nuova mappa della rivoluzione con aggiornamenti

Si è dimesso il Capo del Governo Ucraino, Nikolaj Azarov e la rivoluzione ucraina pro-EU guadagna campo, sia istituzionalmente che territorialmente. Il presidente attuale, Victor Yanukovich, non si è ancora dimesso. Ma il Parlamento ucraino, la Verkhovna Rada, ha votato in massa per l’abolizione di 9 dei 12 provvedimenti anti-manifestazione proposti dalla Presidenza . I provvedimenti eccezionali sono stati nei giorni scorsi al centro della crescita del movimento pro-EU e della partecipazione in massa di comuni cittadini.

Nikolaj Azarov si dimette foto tweettata da Euromaidan PR

Inoltre, la rivolta sembra compattarsi nelle varie componenti politiche e spontanee mentre il partito del presidente Yanukovich si divide, secondo quanto scrive il giornale in lingua inglese “Kyiv Post”.

Tre leader emergono e sono innanzitutto Vitali Klitschko, leader di Udar, Arseni Iatseniuk di Patria, il partito di Yulia Timoshenko e il leader del partito fortemente nazionalista Svoboda, Oleg Tiagnybok.  Il primo dei tre sembrerebbe, secondo giornalisti locali, come il più popolare tra i cittadini comuni.

Pubblichiamo la mappa aggiornata a stamattina da “Euromaidan PR” che si auto definisce “Segretariato ufficiale delle pubbliche relazioni in lingua inglese per il Quartier Generale della resistenza nazionale di Euromaidan” (“This is the Official English-language Public Relations Secretariat for the Headquarters of National Resistance of the EuroMaidan” si legge nell’autodefinizione in Tweetter e FB). Di fatto, “Euromaidan PR” coordina o per lo meno raccoglie e diffonde un grande flusso di informazioni di almeno una parte delle componenti della rivoluzione in corso in Ucraina.

La legenda della mappa aggiornata alle 11.30 di stamattina, è scritta in ucraino, russo e in inglese e la traduciamo nuovamente per  i nostri lettori: in giallo-blu le regioni “Occupate dal popolo”; in rosso le regioni nelle quali la rivolta sta “Tentando di occupare” i siti istituzionali; in rosa le regioni con “Proteste di massa”; in blu le regioni tenute dal “Partito delle regioni” che è quello governativo del contestato presidente Yanukovich, in marrone le regioni dove il Partito delle regioni ha preso il controllo della situazione.

Dalla mappa si evince che anche la regione Transcarpatica, confinante con ben quattro Paesi della UE (Romania, Polonia, Slovacchia e Ungheria) è ormai sotto il controllo degli oppositori al governo di Yanukovich, il cui partito è “proibito” in sei regioni, compresa la regione centrale di Poltava ad est di Kiev.

Le uniche due regioni in cui il “Partito delle Regioni”, quello governativo, rimane saldo sono quella di Donetsk e la Crimea dove pare che il partito nazionalista “Svoboda” sia stato a sua volta messo al bando.

Rimane in piedi l’ipotesi di dichiarazione di stato d’assedio le cui conseguenze è meglio non immaginare. Leonid Kuchma, ex-presidente del Paese, avrebbe dichiarato che “Lo stato d’assedio porterebbe a un bagno di sangue”.

D’altro canto, gli ultimi sviluppi ai vertici istituzionali, il voto del Parlamento e le dimissioni del primo ministro, fanno sperare in una soluzione pacifica della rivoluzione in atto. In ogni caso, la protesta di massa nelle piazze continua.


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Si è dimesso il capo del governo ucraino, nikolaj azarov e la rivoluzione ucraina pro-eu guadagna campo, sia istituzionalmente che territorialmente. Il presidente attuale, victor yanukovich, non si è ancora dimesso. Ma il parlamento ucraino, la verkhovna rada, ha votato in massa per l’abolizione di 9 dei 12 provvedimenti anti-manifestazione proposti dalla presidenza. I provvedimenti eccezionali sono stati nei giorni scorsi al centro della crescita del movimento pro-eu e della partecipazione in massa di comuni cittadini.

Si è dimesso il capo del governo ucraino, nikolaj azarov e la rivoluzione ucraina pro-eu guadagna campo, sia istituzionalmente che territorialmente. Il presidente attuale, victor yanukovich, non si è ancora dimesso. Ma il parlamento ucraino, la verkhovna rada, ha votato in massa per l’abolizione di 9 dei 12 provvedimenti anti-manifestazione proposti dalla presidenza. I provvedimenti eccezionali sono stati nei giorni scorsi al centro della crescita del movimento pro-eu e della partecipazione in massa di comuni cittadini.

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