A rischio la sede palermitana di tributi italia spa. Dopo l'incendio doloso divampato due giorni fa in un palazzo a tre piani in via camillo rosalba, nel quartiere poggiofranco di bari, la stessa sorte potrebbe toccare alle altre due sedi strategiche della società fondata da beppe saggese, palermo e chiavari. A fuoco documenti riguardanti gli anni doro in cui tributi italia spa effettuava per 400 comuni in tutto il territorio italiano il servizio di riscossione delle tasse comunali.
Tributi Italia spa, rischi anche per la sede di Palermo?
A rischio la sede palermitana di Tributi Italia Spa. Dopo l’incendio doloso divampato due giorni fa in un palazzo a tre piani in via Camillo Rosalba, nel quartiere Poggiofranco di Bari, la stessa sorte potrebbe toccare alle altre due sedi strategiche della società fondata da Beppe Saggese, Palermo e Chiavari. A fuoco documenti riguardanti gli anni doro in cui Tributi Italia Spa effettuava per 400 Comuni in tutto il territorio italiano il servizio di riscossione delle tasse comunali.
Linchiesta penale che ha portato in carcere Saggese (foto a sinistra, tratta da castelvetranonews.it), accusato di avere messo a segno una truffa da almeno 100 milioni di euro, potrebbe allargarsi e toccare tutti i luoghi dove la società ha operato coinvolgendo anche diversi uomini politici che, nel tempo hanno, avuto contatti con il fondatore della società di riscossione.
Un servizio delicato, quello gestito nel tempo di Tributi Italia Spa. Sì, proprio così, perché ottenere da soggetto giuridico privato lautorizzazione per tutto il territorio nazionale alla riscossione delle tasse e tributi locali è un bellaffare. Se il titolare della società decida di versare o meno gli importi – alleggeriti della percentuale loro spettante (aggio) – in conti pubblici in un sistema incontrollato, non lamentiamoci se la Guardia di Finanza poi scopre una voragine di oltre 100 milioni di euro a danno sempre dei cittadini che pagano le tasse e non ottengono alcun servizio.
Insomma se uno decide di «scappare con la cassa», ed ha le competenze per riuscirci, ci può anche provare. Giuseppe Saggese è riuscito a menare il can per l’aia per molti anni. Oggi è in galera e pare abbia cominciato a collaborare con gli inquirenti, ciò significa che potrebbero tremare diversi politici. E legato a questo sviluppo delle indagini lincendio doloso di Bari? Vi sono rischi concreti che potrebbero subire la stessa sorte le sedi di Tributi Italia Spa di Palermo e Chiavari? Vedremo nelle prossime settimane gli sviluppi delle indagini dove porteranno.
Intanto, nel 2010 il ministero dello Sviluppo Economico era intervenuto, a seguito della dichiarazione di crisi della Tributi Italia spa, per garantire centinaia di Comuni danneggiati dai mancati riversamenti di Saggese, i creditori e gli oltre mille lavoratori impegnati nel servizio di riscossione in 400 Comuni italiani. E lo ha fatto proprio per evitare il fallimento a seguito delle diverse denunce di Comuni convenzionati ma rimasti senza liquidità a causa delle sottrazioni effettuate da Saggese.
Infatti, ottenuto lo stato di insolvenza, la Tributi Italia spa si trasforma in Tributi Italia in amministrazione straordinaria, evitando in tal modo il fallimento societario. Conseguentemente, la famiglia Saggese viene sostituita dal Professore Luca Voglino nominato dal Ministro dello Sviluppo Economico, su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze.
Le denunce, intanto, hanno provocano prima la sospensione e poi la cancellazione dei Tributi Italia spa dallAlbo dei soggetti abilitati alla riscossione dei tributi con conseguente crisi di tutte le sedi territoriali della stessa società. Per evitare il fallimento e cautelare i 400 Comuni ed i posti di lavoro è stata avviata la procedura attraverso lart. 3 comma 3 del Decreto-legge 25 marzo 2010, n. 40. Riportiamo la norma: In caso di crisi di società di riscossione delle entrate degli enti locali, le società che, singolarmente ovvero appartenendo ad un medesimo gruppo di imprese, hanno esercitato le funzioni di cui all’articolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, ( ), sono ammesse di diritto, su domanda della società ovvero della società capogruppo, alle procedure di cui al decreto-legge 23 dicembre 2003, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 febbraio 2004, n. 39. Sono altresì ammesse di diritto a tali procedure, anche in assenza di domanda, le predette società per le quali venga dichiarato dal Tribunale lo stato di insolvenza. (sopra, foto tratta da satarlanda.eu)
Insediatosi Voglino, oltre ai molti di più milioni di ‘buco’, come dallo stesso dichiarato nei giorni scorsi, trova conti bancari bloccati da diverse procedure contro la Tributi Italia spa. Dal 2010 ad oggi, nonostante il recente arresto di Saggese per i fatti legati alla vecchia società, Voglino, rappresentante del Ministero dello Sviluppo Economico, ha attivato con laiuto di un pool di esperti le procedure necessarie per sbloccare i conti bancari e onorare il pagamento dei Comuni convenzionati.
In Sicilia i numeri parlano chiaro: cento sono i Comuni convenzionati e circa 120 i lavoratori coinvolti che, in atto, usufruiscono della Cassa integrazione ordinaria in deroga fino al 31 dicembre 2012.
I lavoratori siciliani di Tributi Italia in amministrazione straordinaria ci fanno sapere che sperano di potere rientrare al proprio posto di lavoro rivendicando la professionalità acquisita nel campo delle riscossioni dei tributi locali. Un terreno dove la stragrande maggioranza dei comuni siciliani soffre per incapacità di fare cassa.