Tremestieri, intitolata lapide a Ornella Condorelli È morta l’estate scorsa in un incidente sulla A18

Sulla lastra commemorativa delle vittime della strada, nel parco Cristallo di Tremestieri etneo, è stato aggiunto il nome di Ornella Condorelli. La studentessa di 24 anni del dipartimento di Medicina dell’università di Catania è morta nel luglio 2016 a seguito di un incidente stradale avvenuto lungo l’autostrada A18 Catania-Messina. La cerimonia in ricordo della giovane si è svolta ieri pomeriggio alla presenza del sindaco della cittadina, Santi Rando, degli assessori e dei consiglieri comunali.

«La lapide raccoglie i nomi dei ragazzi deceduti negli ultimi anni a causa di incidenti stradali – racconta Ferdinando Smecca, presidente del Consiglio comunale di Tremestieri – e ha l’obiettivo di sensibilizzare i giovani riguardo alla sicurezza sulle strade». Il nome della ragazza di Tremestieri è stato iscritto su iniziativa dell’amministrazione comunale e il gesto «ha trovato il pieno accordo del nucleo familiare», spiega la madre della ragazza, Santina Sciuto. Le dinamiche dell’incidente sono chiare alla famiglia ma non ancora accertate in sede giudiziale. Per questo la signora Sciuto preferisce evitare di fare precisazioni sullo sviluppo della vicenda e si limita a ricordare che «troppo spesso giovani vite vengono spezzate sulle strade, senza che le vittime abbiano alcuna responsabilità».

La lastra iscritta non è, però, l’unico strumento a cui sarà affidato il messaggio di sensibilizzazione. «Prima della fine dell’anno scolastico – spiega il presidente Smecca – inizierà nelle scuole un percorso, pianificato con i dirigenti scolastici, volto a educare gli studenti alla prevenzione degli incidenti stradali». Con la giovane Condorelli erano in macchina, il giorno dell’incidente, due ragazzi che hanno riportato ferite lievi e la sorella gemella della ragazza che ha invece riportato diverse fratture. «Adesso la sorella di Ornella sta bene – racconta la madre -. Lei e i ragazzi stanno bene fisicamente, la ferita più profonda resta ed è quella che non si vede».


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