Marco Intravaia, figlio del Brigadiere ucciso nella strage, ricorda il sacrificio del padre: «Lo ha fatto con orgoglio, quello stesso orgoglio con il quale aveva deciso di arruolarsi ed indossare una divisa, con lo stesso orgoglio con il quale ha difeso la nostra Nazione dalla piaga del terrorismo, ed è con il medesimo orgoglio che noi, oggi e negli anni a venire, dobbiamo ricordare lui e i suoi colleghi caduti
Tredici anni fa attentato di Nassiriya, parla figlio «Mio padre sapeva che sarebbe potuto morire»
Nel giorno del tredicesimo attentato di Nassiriya, Marco Intravaia, palermitano, figlio del vice brigadiere Domenico ucciso nella strage, ricorda il sacrificio del padre: «Mio padre ha servito il Paese fino all’ultimo giorno, pur sapendo dei gravi rischi per la sua vita, – aggiunge – consapevole che da un momento all’altro sarebbe potuto morire. Lo ha fatto senza nessuna paura, lo ha fatto con amore rimanendo fedele al giuramento prestato alla Repubblica. Lo ha fatto con orgoglio, quello stesso orgoglio con il quale aveva deciso di arruolarsi ed indossare una divisa, con lo stesso orgoglio con il quale ha difeso la nostra Nazione dalla piaga del terrorismo, ed è con il medesimo orgoglio che noi, oggi e negli anni a venire, dobbiamo ricordare lui e i suoi colleghi caduti».