Svolta nelle indagini per l'assassinio di Maria Concetta Velardi avvenuto lo scorso 7 gennaio all'interno del camposanto etneo. Tre uomini sarebbero stati iscritti nel registro degli indagati, tra cui Fabio Matà, il figlio della vedova di 59 anni. Sorpreso il legale difensore: «Sono convinto di assistere la parte offesa e non un indagato», spiega Giuseppe Lipera che annuncia per domani una conferenza stampa
Tre indagati per l’omicidio del cimitero Tra gli accusati il figlio della vittima
Tre persone sono state iscritte nel registro degli indagati per l’omicidio di Maria Concetta Velardi, la vedova di 59 anni uccisa il 7 gennaio all’interno del cimitero di Catania. Al momento è noto solo uno dei nomi coinvolti, quello di Fabio Matà, il figlio della donna. Secondo quanto sostenuto fin dall’inizio, dopo aver accompagnato la madre fino alla cappella di famiglia, l’uomo si sarebbe allontanato, come faceva d’abitudine, per prendere un caffè per sé e la donna in un bar nelle vicinanze. Al suo ritorno avrebbe ritrovato la madre colpita a morte con un sasso in pietra lavica e dato l’allarme. A riferire la notizia della svolta nelle indagini è il quotidiano La Sicilia che specifica come gli altri indagati sarebbero due frequentatori del camposanto etneo, entrambi conoscenti della vedova. Fonti della Procura etnea citate dall’agenzia Agi parlano di atto dovuto per poter permettere alla polizia scientifica di Palermo di compiere accertamenti irripetibili. Ma al momento non sarebbero emersi dati significativi.
Si mostra sorpreso e determinato Giuseppe Lipera, legale di Matà, sottufficiale della Marina militare. «L’ho appreso stamattina», spiega con pochissime parole, annunciando l’intenzione di convocare per domani una conferenza stampa per chiarire la posizione del cliente. «Sono convinto di assistere la parte offesa e non un indagato», annuncia conciso. Il suo studio legale ha assunto pochi giorni dopo l’omicidio due investigatori privati, per tentare di aiutare nelle indagini su un omicidio tanto anomalo quanto misterioso.
Nei giorni successivi all’assassinio di Maria Concetta Velardi si sono fatte ipotesi su una presunta pista passionale. Ad alimentarla la presenza nei vialetti del campo santo di un uomo, un 37enne amico della donna, interrogato proprio nella notte dell’omicidio, e quella del cosiddetto uomo delle caramelle, un distinto signore che sarebbe stato solito passeggiare per i viali del cimitero offrendo delle caramelle alle donne che incontrava, compresa la vedova Velardi. Ma, dato lo stretto riserbo imposto alle indagini, non è al momento possibile sapere se siano loro i nomi iscritti nel registro dal sostituto Giuseppe Sturiale.