"da sottosegretario alle finanze avevo proposto una squadra speciale fatta da uomini della guardia di finanza e dei carabinieri per capire come rubavano e dove andavano a finire il denaro rubato dai politici. Una bomba. Non sapevo che un'altra parte dello stato stava trattando con la mafia. L'ho capito dopo 17 anni. Gli sviluppi delle indagini sulla strage di via d'amelio mi hanno aperto gli occhi. Fui cacciato perche' potevo rappresentare un ostacolo per chi trattava con la mafia, potevo dare fastidio".
Trattativa Stato-mafia, Pappalardo:”Ancora aspetto di essere ascoltato dai pm di Palermo”
“Da sottosegretario alle Finanze avevo proposto una squadra speciale fatta da uomini della Guardia di finanza e dei Carabinieri per capire come rubavano e dove andavano a finire il denaro rubato dai politici. Una bomba. Non sapevo che un’altra parte dello Stato stava trattando con la mafia. L’ho capito dopo 17 anni. Gli sviluppi delle indagini sulla strage di via D’Amelio mi hanno aperto gli occhi. Fui cacciato perche’ potevo rappresentare un ostacolo per chi trattava con la mafia, potevo dare fastidio”.
Sono parole forti quelle usate dal generale Antonio Pappalardo, stamattina a Palermo, nel corso della presentazione della sua candidatura a sindaco del capoluogo siciliano. Parole che incrociano la sua carriera e fatti di attualità bollente, ovvero le nuove inchiesta delle Procure di Caltanissetta e Palermo sull’uccisione del giudice Paolo Borsellino e sulla trattativa tra Cosa Nostra e pezzi delle istituzioni. Pappalardo è stato sottosegretario con il governo Ciampi, nel 1993. Un anno dopo le stragi di via D’Amelio e di Capaci quando l’Italia sconvolta assisteva a stravolgimenti sanguinolenti degli assetti politici. Un incarico che gli viene revocato dopo pochi mesi per una condanna per dffamazione in danno del Comandante Generale, Antonio Viesti. “Non ci potevo credere che mi buttavano fuori per un reato di diffamzaione” ha detto oggi in conferenza stampa: “Ciampi mi disse di inghiottire il rospo, gli ho risposto che non l’avevo mai fatto, né da deputato né da carabiniere”. Pappalardo verrà pienamente assolto nei più alti radi di giudizio.
E oggi suggerisce che quella sua cacciata in realtà fu dovuta a ben altri motivazioni. Per questo ha presentato delle denunce: “L’ultima due mesi fa ma nessuno ancora mi ha chiamato. Che succede? I pm di Palermodormono? Ho incontrato Antonio Ingroia qualche tempo fa e mi ha detto che al momento opportuno mi chiameranno. Io aspetto”.
Si candida a sindaco, sostenuto dal movimento civico, Melograno Mediterraneo, perche’ pensa che con un generale dei Carabinieri-sindaco, Palermo avra’ un’immagine diversa: “La gente capira’ che avendo eletto sindaco un carabiniere la strada del cambiamento sara’ gia’ in atto”. Al centro del suo programma mette il lavoro, l’ambiente, la lotta alla criminalita’. ‘Non ha senso promettere il lavoro portando tre-quattro fabbriche in piu’ – sostiene – Io cambiero’ il sistema, lavorero’ per dare legalita”.
Sotto la biografia tratta dal sito www.melograno.info/web/
Biografia
Antonio Pappalardo, palermitano, classe 1946, generale dei carabinieri, già alla guida del SUPU, il Sindacato unitario del personale in uniforme, è presidente del movimento civico nazionale “Melograno mediterraneo”.
La formazione
Dopo il diploma di maturità scientifica al liceo Cannizzaro di Palermo, frequenta lAccademia militare di Modena e la Scuola ufficiali Carabinieri di Roma. Al termine degli studi militari, è promosso tenente. Destinato al comando di un plotone presso la Scuola sottufficiali dei carabinieri di Firenze, ottiene il suo primo comando territoriale in Calabria, alla Tenenza carabinieri di San Marco Argentano, in provincia di Cosenza. Promosso capitano, è trasferito a Pordenone al comando della Compagnia omonima. In quella sede si distingue per la lotta contro il terrorismo e per lassistenza alla popolazione nel grave terremoto del 1976 in Friuli. Dopo la laurea in giurisprudenza alluniversità di Padova e un master annuale in Studi europei allIstituto Alcide De Gasperi di Roma, è trasferito, con il grado di maggiore, al Comando generale dei carabinieri di Roma, dove ricopre vari incarichi.
La carriera militare
Nel grado di Tenente colonnello è eletto nel 1988 presidente del COCER carabinieri, il Consiglio centrale di rappresentanza dell’Arma. Dopo un periodo come parlamentare, dal 1992 al 1994, riprende la sua carriera nellArma, assumendo lincarico di Capo di Stato maggiore della Regione carabinieri Abruzzo e Molise. Nel 1996, diventa vice comandante della Regione Umbria. Nel 1998, comandante del 2° Reggimento carabinieri, a Roma. Nel 1999, è nuovamente eletto al COCER. Nel 2002 è capo di Stato maggiore della Divisione unità specializzate a Roma. Nel 2006, si congeda con il grado di Generale di brigata.
La politica
Nel 1992 è eletto alla Camera dei Deputati come indipendente nelle liste del Psdi, governo Ciampi, ricoprendo la carica di vice presidente della commissione Difesa e fa parte della Commissione finanze. Nel 1993 è nominato Sottosegretario di Stato alle Finanze e Membro della Commissione terrorismo e stragi. Su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri, il 2 giugno 1992 è insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica.